Bisogna che tu tutto apprenda… e le opinioni dei mortali, nelle quali non vi è vera certezza
Parmenide
Qualche anno fa mi sono riavvicinato allo studio della Filosofia, che avevo trascurato dall’età del Liceo.
Leggendo la Storia della Filosofia Moderna del Windelband (un filosofo tedesco), vi trovai questo passo, che cito a memoria:
L’atteggiamento immediato nei confronti del mondo esterno è quello del “Realismo ingenuo”, cioè del credere che esso sia proprio quello che noi percepiamo con i nostri sensi.
Leggendo questa frase, mi sentii tirato personalmente in causa: io ero proprio un realista ingenuo, visto che mai mi era sorto il dubbio che il mondo fosse diverso da come lo vedevo.
Solo decisamente più tardi, e dopo parecchie altre letture, cominciai a capire quello che questa frase realmente significa, almeno nella sua interpretazione più semplice ed immediata.
Nessuna forma che i sensi ci mostrano corrisponde a qualche cosa che esista nel mondo esterno (materia). Nella materia non esistono né colori, né suoni, né sensazioni di alcun tipo (caldo, freddo, duro, molle, piacere, dolore ecc.).
Nella materia vi sono solo vibrazioni di varia frequenza, che la nostra Mente interpreta a modo suo.
(Con il termine Mente io intendo la nostra Autocoscienza, il nostro Io, che è qualche cosa di diverso dal nostro cervello, che è solamente un pezzo di materia percorsa da segnali elettrici.)
Quello che noi percepiamo esiste solo nella nostra Mente (non nel nostro cervello: nel cervello vi sono ancora solamente vibrazioni, elettriche o chimiche, corrispondenti alle vibrazioni esterne)
Senza la nostra Mente i colori non esisterebbero, e così i suoni e le altre sensazioni.
Senza la nostra Mente una sinfonia, un quadro, una poesia, così come noi le conosciamo, non esisterebbero.
Tutte queste creazioni nascono nella Mente dell’Autore e, passando attraverso la materia, si riformano nella nostra Mente.
Secondo Cartesio, l’unica percezione che corrisponde ad uno stato materiale è l’Estensione.
Ma, dopo Kant, anche questo è posto in dubbio: anche l’estensione, cioè la disposizione spaziale, è una ricostruzione della Mente, che riordina in uno Spazio mentale l’insieme delle percezioni che la raggiungono.
“Il mondo è mia rappresentazione”: questa è una verità che vale in rapporto a ciascun essere vivente e conoscente, sebbene l’uomo soltanto sia capace di accoglierla nella riflessa, astratta coscienza: e s’egli veramente fa questo, con ciò è penetrata in lui la meditazione filosofica.
Schöpenhauer
Di fronte alla rappresentazione dei sensi, quell’insieme di luci, colori, suoni, sapori, odori e piaceri vari con cui essi ci ingannano, sta la cruda realtà: la materia solida, pesante, stolida ed inerte, proprio così come la sento toccandola con la mano.
Ma no! Sbagliavo. Anche questa è una rappresentazione dei miei sensi: la mia mano non sente proprio nulla!
La materia è quella che ci mostra la Scienza, precisa e incontrovertibile. Ma cosa ci mostra la Scienza?
Una dispersione di particelle che si muovono nello spazio.
E, guardando dentro queste particelle, troviamo solo movimento!
Movimento puro! Movimento senza nulla che si muova!
Erwin Schrödinger diceva: la materia si rivela forma pura; non forma di qualche cosa: forma di nulla.
E così Bertrand Russel: più ci si addentra nella materia più essa ci appare come il sorriso del gatto di Alice; quello che resta a mezz’aria quando il gatto è già sparito, in segno di derisione per coloro che credono che esso sia ancora lì.
La materia, dopo Eisenberg, si rivela solamente come un insieme di equazioni probabilistiche di movimento.
Le equazioni sono quello che conosciamo della materia. Cioè qualche cosa di ancora più mentale del mondo delle sensazioni!
Ma allora, quale è la verità?