E Iddio disse a Mosè: Io sono Colui che sono
Il primo nome di Dio è quello che ci è stato rivelato più autorevolmente, da Lui stesso.
1 Or Mosè pasturava la greggia di Ietro, sacerdote di Madian, suo suocero; e guidando la greggia dietro al deserto, pervenne alla montagna di Dio, ad Horeb.
2 E l’Angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo un pruno. Ed egli riguardò, ed ecco, il pruno ardeva in fuoco, e pure il pruno non si consumava.
…
13 E Mosè disse a Dio: Ecco, quando io sarò venuto a’ figliuoli d’Israele, e avrò lor detto: L’Iddio de’ vostri padri mi ha mandato a voi; se essi mi dicono: Qual è il suo nome? Che dirò io loro?
14 E Iddio disse a Mosè: Io sono Colui che sono; poi disse: Così dirai a’ figliuoli d’Israele: Colui che si chiama Io sono, m’ha mandato a voi.
Esodo III, La Sacra Bibbia, trad. Giovanni Diodati.
3 Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. 4 Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: “Chi cercate?”. 5 Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù: “Sono io!”… 6 Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra..
Vangelo di Giovanni, 18.
Questa è la normale traduzione del Vangelo di Giovanni, là dove narra la cattura di Gesù nell’orto degli Ulivi. Ma Gianfranco Ravasi fa notare che, nella versione greca e latina, Gesù non dice “Sono io”, bensì “Io sono”. Ecco perché tutti cadono a terra: è questa una vera Teofania, cioè rivelazione di Dio: Gesù rivela il Suo vero nome, il Nome di Dio!
5 Responderunt ei: “ Iesum Nazarenum ”. Dixit eis: “ Ego sum! ”. Stabat autem et Iudas, qui tradebat eum, cum ipsis. 6 Ut ergo dixit eis: “ Ego sum! ”, abierunt retrorsum et ceciderunt in terram.
Ma cosa significa Io sono?
Nell’interpretazione più banale, Dio intende così affermare la Realtà della Sua esistenza. Io sono significa perciò: Io sono realmente.
Ma questo è davvero poco.
Dobbiamo piuttosto pensare che Dio affermi di essere Colui che è per eccellenza, cioè quello che i filosofi ed i teologi hanno poi chiamato l’Essere necessario, cioè Colui che non può in alcun modo non essere.
E cosa è che non può in alcun modo non essere? Qui ci soccorre Aristotele: Dio è Atto puro.
E qual è l’Atto che non può in alcun modo non essere?
Ciò che non può non essere è l’essere stesso, cioè l’Atto dell’essere; banalmente, il verbo essere.
Dio è, perciò, l’Atto stesso dell’essere.
Quando ci riferiamo ad altri verbi, camminare, mangiare, avere, noi comprendiamo bene cosa queste parole significhino, ovvero in qual modo compiamo questi atti.
Quando invece pensiamo all’atto dell’essere, l’atto più comune e generale, che abbraccia ogni creatura fisica, ma anche ogni creazione della mente dell’uomo, il significato profondo di questo termine ci sfugge: esso è superiore a noi ed alla nostra comprensione.
Essere è Dio stesso, e noi siamo in quanto partecipi dell’essere divino.
L’Essere, cioè l’Esistere, è la prima manifestazione divina che ci investe direttamente.