Si sale alla Croce di Marone (1167m), antico passo tra lago d’Iseo e ValleTrompia, per la strada asfaltata che si stacca dalla carrozzabile per Zone, sulla dx, appena passato l’ultimo riparo in cemento della funivia della Dolomite Franchi, per via Madonna della Rota, poi via Croce di Marone. Questa strada è tutta asfaltata. Invece, una seconda via, che parte dopo la frazione di Cislano, cessa di essere asfaltata a mezza via, ma giunge felicemente in Croce anch’essa, tra scossoni, sospiri e rimpianti di chi si è sbagliato, come ho fatto io, che non salgo in Croce in auto da tanti anni.
Dal passo, dove godrete della compagnia di almeno altre cento automobili parcheggiate qua e là, si sale fin sotto il monumento al Redentore, che sorge sul Castel Bertì, per comoda strada carrabile, che serve le splendide malghe della zona, e che attira un nugolo di biciclisti, più o meno assistiti.
(Castel Bertino, come tradotto in romanesco, è la cima ufficiale del monte Guglielmo (1948m), anche se non la più alta, che è il Dosso Pedalta (1957m) sulla via delle creste.)
Noi, invece, seguendo antiche abitudini giovanili, vi saliamo per la direttissima che, disdegnando la strada, sale puntando diritta al gigantesco ripetitore di vetta, per un primo tratto, fino a malga Guglielmo di Sotto, per sentiero segnato (3V), poi affrontando direttamente l’erta, mai così ripida da ribaltarvi all’indietro, che si sale svariando liberamente qua e là, alla ricerca della pendenza minore.
Partendo dalla Croce – fontana con acqua potabile- per via cementata, al primo tornante la si abbandona per una bella mulattiera, che porta al Rif.Malpensata (1347m), dove ritrova la carrozzabile. Dopo pochi metri, sulla sn, con scarsa indicazione (paletto senza cartello), parte il sentiero 3V, che sale piuttosto erto nel primo tratto, poi più dolce, poi di nuovo erto, tra rocce, fino alla malga Guglielmo di Sotto (1580m), in un meraviglioso catino fiorito. Qui (fontanella con acqua contro il monte), si ritrova la strada, che sale alla Guglielmo di Sopra (1750m), poi al rif.Almici (1865m). Noi saliamo invece direttamente per l’erta, puntando al ben visibile ripetitore che sorge in vetta, a cento metri piani dal monumento. Poiché dietro la malga si avviluppa un intrico di massi inestricabile, si deve attaccare la salita a destra o a sinistra di questo. Noi abbiamo approfittato di un tratturo sulla sinistra, che porta al primo tornate sinistrorso della strada sopra la malga, per inoltrarci da lì su per un costone e poi lungo la china. Si sale così per circa 350m, con il piede fermo che sia sempre il più basso, sbuffando, specie nel tratto superiore, dove le forze declinano, ma evitando la processione che sale salmodiando per la via cementata. Giunti in vetta, trovandoci con energie di riserva (la china non era bastata ad abbatterci), siamo scesi dall’altra parte del monumento, prendendo la via delle creste (batti sul testo per altra documentazione), che porta al Dosso Pedalta e poi scende, con svariati ripensamenti, tutti in salita, fino a punta Garavina (1850m), dove, girando a sn, si raggiunge il Rif.Almici per sentiero mediamente piano (breve salita alla fine), passando per malga Palmarusso di Sopra. Al rifugio, all’aperto, folla delle grandi occasioni che si abbuffava di torte e panini, conditi con coche e aranciate offerte a pagamento dalla gestanti.
Il ritorno per strada, tagliata occasionalmente sotto la Guglielmo di Sotto per sentieri scorciatoia appositamente qui messi.
Maledetti ciclisti…
Altitudine massima: 1941 m
Altitudine minima: 1170 m
Totale salita: 912 m
Totale discesa: -908 m