monte Palosso (1158), da Carcina, con giro ad anello, con GPS

Il monte Palosso (Palos per i locali) ha vari pregi, tra i quali il principale di essere stato, proprio in vetta, postazione di artiglieria contraerea nella guerra 15-18, e di conservarne ampia traccia; in secondo luogo di avere svariate vie di accesso, visto che sorge tra Concesio a Sud, Villa-Carcina ad Ovest e Lumezzane a Nord Est, con diversi percorsi possibili da ciascun paese; terzo, e non ultimo, di sorgere a pochi passi da Brescia, e quindi di essere un comodo ripiego nelle giornate successive a piogge e nevicate a bassa quota come oggi (cosa pagata con varie spannacce di fango lungo il percorso).

Vi siamo già saliti da Concesio e Costorio (trovate la documentazione clickando). Oggi siamo partiti da Carcina. Da questa località vi sono due possibili partenze: da Pregno-Castello e da via Aldo Moro, da dove siamo partiti noi oggi.

All’incrocio tra via Giulia Ravelli e via Aldo Moro, bel parcheggio. Pochi metri più avanti, in via Moro, sulla destra sale una stradella che subito si divide: salendo verso sinistra parte il sentiero 377, mentre sulla destra, in piano parte il 379. Confesso che pensavo di salire dal 379, con anello antiorario, ma non vedo l’indicazione, girarata appositamene per non essere vista, e salgo dal 377 (meglio così, che poi, in discesa, evitiamo il fango, scivolosissimo sulle stradelle del 377 a tratti molto erte, tornando per il 379). Il percorso è quasi tutto per sterrate, in partenza cementate, poi su terra. Poichè la zona è molto sentierata, ed alcuni incroci non sono segnati, finiamo dal 377 alla “via dei soldati”, la strada che seguivano i militari di servizio sul Palosso salendo da Pregno di Carcina.

Poichè siamo “al vac”, cioè a Nord della vetta, qui il fango è omerico. Pertanto, superati i 900m, abbandoniamo la via al suo destino, girando a destra per sentiero quasi piano che, passando per vari roccoli (in Valtrompia si contavano tre cacciatori ogni due abitanti, prima delle incursioni dei selvaggi delle tribù “verdi”), ci porta allo Stallone (cioè “grande stalla”, non amorazzo per giumente), poco oltre i 1000m. Da qui saliamo alla vetta per il solito percorso che conosciamo già, nelle salite da Concesio e Costorio.

Al ritorno, consultata la cartina di vetta, torniamo per il 379, imboccandolo allo Stallone, proprio davanti all’edificio, verso il basso. L’imbocco del sentiero non è indicato, ma segnato in rosso. Il 379 è formato per lo più da sentieri (al sole). Una volta imboccatolo allo Stallone, poi è sempre indicato agli incroci, per cui non ci si sbaglia (in caso contrario ci si ritrova sul 377). I roccoli che si incontrano su in alto sono piuttosto rustici, mentre quelli più in basso sono addirittura leziosi, curati nei minimi particolari.

Distanza totale: 12034 m
Altitudine massima: 1160 m
Altitudine minima: 285 m
Totale salita: 924 m
Totale discesa: -922 m
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