cima Laione (2757m), con GPS

Cima Laione

Quante volte salimmo al Laione

Con gli sci per quell’ultima china

Venivamo dal passo Blumone

A trovar la Madonna su in cima.

Arrivati che un poco si spiana

Si toglievan gli sci a traversare

Quel passaggio sul filo di lana

Per poter la Madonna toccare.

Leggevamo il cartello: “Oh Colomba

del Signore” stai attenta per noi.

Qui la neve un pochetto sprofonda.

Metti tu la tua mano, se puoi…

Or la statua l’han messa davanti.

Te la trovi alla prima fermata

Così possono toccarla più tanti.

Ma la gioia d’allora è scemata.

Noi però siamo andati lo stesso

A toccar quella base, ormai spoglia

Che lassù non ci vai troppo spesso

Se ci sei, vuoi cavarti la voglia.

.

Cima Laione sorge a NE del lago della Vacca, all’incrocio di tre creste: quella Nord, che la collega al monte Listino, proseguendo fino al Re di Castello e che divide la valle del Leno (val Daone) ad Est da quella di Dois (val Camonica); quella Sud, prosieguo della prima, che scende sul passo di Blumone e prosegue col Cornone di Blumone; quella O-SO, che la collega a cima Terre Fredde, passando per il passo di Laione e cima Galliner, che separa il lago dalla val Paghera di Ceto.

Dopo essere saliti, un mese fa, su cima Terre Fredde, effettuando il giro del lago d.Vacca in senso orario, qui descritto, siamo passati, tornando, 150m sotto la cima di Laione. Poiché quel giorno, qui arrivati, pioveva, minacciava nebbia e per di più il terreno era innevato, non vi siamo saliti, scendendo per la più breve. Ma avendo visto la bellezza dei luoghi, abbiamo voluto tornarci, dedicando una giornata a questa sola vetta, per un percorso ad anello veramente splendido, che vi consigliamo.

Si sale al Laione da due parti: dalla cresta Ovest-Sud-Ovest, che sale dal passo di Laione (2528m) e da quella Sud, che sale dal passo del Blumone (1622m). Poiché entrambe i passi sono raggiungibili dal rif.Tita Secchi, al lago d.Vacca, vi siamo saliti da Ovest e scesi da Sud, per il percorso che ora descriviamo.

Siamo saliti in automobile per un lungo tratto dell’orribile sterrata che conduce al parcheggio della Corna Bianca (2000m circa), fermandoci, prudenzialmente e forse abusivamente, appena dopo l’ultima curva, 500m prima del parcheggio ufficiale.

Per chi non volesse affrontare questo percorso scassagomme, un bel parcheggio si offre sulla strada asfaltata, cento metri avanti il bivio, venendo dal goletto di Gaver. Si aggiungono poco più di 40min di cammino e 200m di dislivello.

Saliti al rif.Tita Secchi (2360m) si prende il sentiero per il passo del Blumone. Superato il lago, dopo il primo strappo (3 tornantini consecutivi), si superano altri 4 tornanti più distesi, prima di trovare il bivio a sn (sentiero M.Antonioli, bianco-giallo), che porta verso il Terre Fredde e i riff. Gheza-Prandini in val Braone. Si prende questo percorso, che porta quasi immediatamente a costeggiare un bel laghetto nivale e poi a raggiungere una pittoresca cittadella degli Alpini, con resti di edifici posti su tre piani, collegati da scalette in pietra, ancora agibili. 

Qui, al piano superiore del complesso, il sentiero ufficiale (Antonioli) gira a sn, proseguendo pianeggiante, fino a dove inizia a scendere a sn, mentre per il Laione si gira a dx. In realtà si può salire direttamente, come fatto da noi, fino ad intersecare il sentiero poco più sopra (grande piana). Il sentiero non è segnato, ma indicato da scarsi ometti che si perdono e si ritrovano in continuazione, ma si sale ad occhio, per i percorsi erbosi tra le belle rocce granitiche. Giunti sotto la vetta, dove si raggiunge la cresta Sud-Ovest, che abbiamo finora costeggiato sulla dx, si gira a dx e si prende un bel sentiero, che appare improvvisamente, e che costeggia la vetta da dx, stando su una provvidenziale costa erbosa, fino ad intersecare il percorso che sale dalla cresta Sud.

In pochi metri si giunge all’anticima dove si erge la bella statua della Madonnina del Laione, che fino a qualche tempo fa stava sulla vera cima, 15 metri più avanti, ma su cresta un poco esposta. Per una bella cengia sulla sn si arriva alla vera vetta (chi vuole), dove resta, oltre al vecchio basamento della sacra statuetta, un fiore stilizzato che le ornava i piedi. La cengia è larga e facile, offrendo un solo passaggio di un metro dove si usano le mani per sicurezza. Si può anche passare sulla dx (sentierino con resti di filo di ferro per aggrapparsi) oppure seguendo le rocce della cresta (primo grado). Meglio la cengia. Gran panorama tutt’intorno.

Si scende dalla cresta Sud, per bel percorso militare con grandi ometti, fino alla splendida cresta che porta al passo del Blumone (2622m) con minor pendenza. Poco prima del passo si incrocia il sentiero n.1 dell’Adamello, che se ne va a sn verso il Listino ed il rif Maria e Franco, mentre noi lo seguiamo verso dx fino al passo. I primi 200m del sentiero dopo il passo sono in stato miserevole di conservazione, poi tutto bene.

Scendendo verso il lago della Vacca, ritroviamo il bivio dell’Antonioli, da cui siamo passati, e chiudiamo così l’anello. 

Al parcheggio per il sentiero della salita.

.

.

Distanza totale: 13718 m
Altitudine massima: 2744 m
Altitudine minima: 1962 m
Totale salita: 987 m
Totale discesa: -1005 m
Scarica