monte Grotta Rossa (2193m), con GPS

“Vetta poco conosciuta al grande pubblico e fuori dai più noti percorsi turistici, la cima Grotta Rossa presenta un eccezionale panorama sulla più nota Valle Aperta e sulla zona della cima Bruffione“.

Così recita il sito Internet, dove per la prima volta ho letto di questa cima.

Nemmeno io sapevo nulla di questa bella montagna fino a tre mesi fa, quando, il 24 Marzo 2019, salendo verso Bocca di Vies, sopra Tiarno di Ledro, e giratomi verso Ovest ad ammirare la distesa innevata dei monti trentino-bresciani, a Sud del Bruffione scoprivo una punta aguzza, quasi un piccolo Cervino, che non sapevo identificare. L’ho poi cercata e trovata sulle carte, e rifotografata il 26 Maggio da Malga Rive.

In effetti il Grotta Rossa è una breve dorsale, di circa un km, che cade precipite verso Nord, per almeno 400m, mentre sale erto a Sud. Pertanto, visto da Ovest, offre un profilo di assoluto rispetto. Volendolo salire senza troppa fatica, si può raggiungere in automobile, per strada quasi sempre asfaltata, malga Serolo a 1710m, e proseguire da qui a piedi. Per allungare la fatica, ed anche perché ho sviluppato negli anni una certa idiosincrasia per le strada strette di montagna dove, se incontri l’impossibile TIR dei tuoi incubi, devi rinculare per 8 km (questo non avviene mai, ma 100 metri di retromarcia possono capitarti), ho parcheggiato a metà strada tra l’incrocio sopra Brione di Condino con la strada per valle Aperta e malga Serolo, proprio dove la strada gira verso Nord, aggirata la lunga cresta del Dos de Laven. In questo modo il percorso risulta il doppio dello strettamente necessario.

Comunque ecco il percorso per l’automobilista: dalla piazza della chiesa di Condino (TN) si prende per la frazione montana di Brione. Raggiuntolo, lo si attraversa e si prende la strada verso sn per m.ga Serolo e altre. Si sale fino ad un bivio a T, dove, a dx, si va in Valle Aperta, mentre noi giriamo a sn. Raggiungiamo e superiamo Malmarone, Coldom e Gabiole. Poi la strada divien sterrata, ma tornerà asfaltata dopo circa un km. Io ho parcheggiato circa qui, ma voi potete proseguire fino a malga Serolo, dove cessa l’asfalto, mentre si può raggiungere in auto anche m.ga Romanterra.

Tornando a noi, parcheggiati a 1550m, dopo circa 500m di strada, dove questa gira a sn e scende per un tratto, si incontra un sentiero non indicato che sale per la cresta del monte Laven. Il sentiero-tratturo (adatto allo sci-alpinismo) è segnato sul percorso con paletti dipinti di rosso. Anche dove questi si perdono, seguendo il filo del monte non ci si sbaglia, giungendo alfine dove la cresta si spiana per un lungo tratto, costeggiato sulla sn da una bella strada militare, ora erbosa.

Si supera una santellina, dove abbiamo rimesso a posto la Croce, rotta, con una riparazione di fortuna, si prosegue fino a costeggiare sulla sn la vetta del Laven e scendere poi (meno di 40m) su malga Serolo

Qui si può si deve prendere la strada per il passo Brealone, con due alternative: passando a Nord del Dos di Pilastraghe (1909m) e di Cima Pissalat (1943m), o stando a Sud, prendendo la strada per m.ga Romanterra e abbandonandola più avanti.

Noi, per effettuare un anello, abbiamo scelto la prima soluzione. Si raggiunge la malga Serolo (1710m) e, dove ci sono dei tavoli da pic-nic, parte una strada in salita con indicazione “Passo di Brealone“. La si segue per circa 1km fino alla bella Casina dele Pere (1770m). La strada qui cessa e si affronta la salita dietro la Casina verso il goletto sovrastante (paletti rossi). A 1900m si scollina e si scende per pochi passi sulla strada sottostante, che sale da Romanterra e va al passo Brealone. Si segue la strada per poco più di un km, e si raggiungono, girato un angolo, le falde del Grotta Rossa, ben visibile davanti a voi. Non si sale dal primo sentiero che si trova (che va ad un casinetto subito a dx), ma si supera, seguendo la strada, un piccolo picco, passando accanto ad una grotticella rossa. Qui, finalmente, potete salire al goletto sovrastante, per tracce, da dove, girati a sn, affrontate l’erta dorsale del Grotta Rossa. Vi si sale per un sentierino appena tracciato, che qua e là si perde, ma basta stare sulla cresta, larga e mai esposta, anche se ripida. Più in su all’erba si sostituisce una bella roccia rossa, dove troviamo belle fioriture di Primula daonensis. Infine si giunge all’anticima, che si può evitare costeggiandola sulla sn. Altrimenti si scende per ripido pendio erboso fino a ritrovare il sentiero. Si supera ua valetta che cade precipite a dx e si risale alla vetta, con bella Croce e libro.

Si potrebbe scendere dall’altra parte della dorsale, perchè c’è in sentierino che sale ben evidente. Ma il tempo sembra peggiorare, e il percorso trovato su Internet non ne parla, pertanto si torna da dove siamo venuti.

Arrivati all’incrocio con la strada per Romanterra, il percorso ufficiale offre la possibilità di seguire la strada per la malga, o scavalcare un goletto ben visibile, sotto di voi, tra cima Pissalat  (la più alta a sn) e il Col Palaboc (1916). Noi, per strafare, scegliamo di passare a sn di cima Pissalat, risalendo la dorsale per una cinquantina di metri.

Qui abbiamo la sorpresa di trovare Primula spectabilis, fiore del calcareo (qui siamo nel siliceo, ma, come in Valle Aperta, ci sono affioramenti calcarei).

Scendiamo per la dorsale verso dx, fino ai piedi di cima Pissalat, 20 metri più alta, ma poi giriamo a sn, fino al punto più basso prima del Dos di Pilastraghe, per seguire i prati che vediamo bene. Raggiunta m.ga Serolo, torniamo per strada, per cambiare. Poiché alla fine occorre risalire, meglio il percorso nel bosco.

 

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Distanza totale: 13734 m
Altitudine massima: 2173 m
Altitudine minima: 1531 m
Totale salita: 783 m
Totale discesa: -793 m
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