Il monte Benna è una bella, ardita cima che si erge a Nord-Ovest di Roncone, e che costituisce la prima vetta della catena che delimita la val di Bondone, che sale ad Ovest di Roncone verso il Dos dei Morcc ed il Corona, dalla val d’Arnò, convalle della val Breguzzo.
Vi si sale per la cresta Est, che, partendo da malga Giuggia (1661m), passa per la vetta del monte Giuggia (1969m). Secondo un locale incontrato a Curadura, vi si può salire anche dalla cresta Nord. Vi sarei sceso per un giro ad anello, se il sentiero fosse stato segnato dalla vetta. Ma non ho visto segni, ed anche la traccia era esile. Per cui siamo tornati dalla via di salita.
Comunque, a Roncone (TN) si sale per la strada di malga Giuggia (seguire cartelli), che si ferma a Curadura (1669m), per divieto a proseguire. Parcheggiate qui (al cartello di divieto, appena dopo Curadura, c’è spiazzo). Noi abbiamo parcheggiato, invece, poco prima delle case.
Subito dopo le case, dove la strada asfaltata gira a dx, si prende un viottolo a sn, che divien sentiero, rigirando dopo 20m verso sn, che sbuca sulla strada sovrastante. Qui si gira a sn per strada, ma, subito dopo, si prende a dx per viottolo che sale, senza indicazioni. Il viottolo gira subito a dx e, dopo 100 m di salita, rigira a sn per portarsi a malga Giuggia (1661m). Sul bordo dx si trova il sentiero per il Benna. Il sentiero gira subito a sn e porta ad una ampia mulattiera che sale in diagonale dx da dietro la malga. Si arriva ad un colletto erboso, dove si deve girare bruscamente a sn per trovare il sentiero che sale nel bosco (freccia). Il sentiero sale fino a circa 1850m, poi gira a dx e sbuca sulla ampia dorsale erbosa che, verso sn, porta alla cima del Giuggia (misera altura sulla cresta). Qui, a 1969m, si prosegue scendendo per dieci metri e si inizia a salire verso il Benna lungo la cresta Est. Il sentiero segue sempre la cresta, stando un poco sulla sn per evitare i mughi che crescono a Nord.
Il percorso non è banale, e va giudicato per EE, anche se le difficoltà sono sempre facilmente superabili con un poco di attenzione. I pezzi più facili sono attrezzati con cordino. I più difficili vengono lasciati alla vs libera interpretazione (la frase è scherzosa, ma talora…) .
Comunque basta muoversi con prudenza: l’esposizione è moderata. L’unico passaggio appena appena esposto, è attrezzato.
Scendendo per lo stesso percorso, ci è accaduto di perdere il sentiero, in due punti, dove questo gira a sn (Nord), mentre una traccia di cresta ti porta più avanti, cessando poi di colpo. Basta ricordare che il sentiero è sempre visibile, per cui non si deve proseguire se non lo si vede più. Guardandoci intorno, magari tornando pochi metri indietro, lo abbiamo sempre ritrovato.
Poco prima della vetta abbiamo incontrato sul sentiero, a meno di 10m, due bei camosci. Sono fuggiti così velocemente, che non siamo riusciti a fotografarli. In meno di venti secondi, sbucavano sopra il Lavetto, 200m sotto di noi, ancora correndo.
n.b. La traccia presenta in vetta una staratura di 40m in meno (2208=2248), mentre alla malga Giuggia l’errore è solo di 20m (1642=1661); alla partenza a Curadura, 25 metri (1444=1469). Misteri della tecnica!
Altitudine massima: 2208 m
Altitudine minima: 1444 m
Totale salita: 808 m
Totale discesa: -811 m