il pizzo Arera (2512) è la seconda delle cime calcaree della val Seriana (la Presolana lo supera di soli 10m). Si erge ad Ovest, tra val Seriana e val Brembana, esattamente alla stessa altezza (latitudine) della sorella maggiore, che si erge ad Est, tra val Seriana e val di Scalve. Questi due gendarmi segnano, da una parte e dall’altra della valle, la fine della zona calcarea e l’inizio della silicea, subito a Nord di essi.
E’ chiuso ad Est e Sud dall’alta val Parina (o val Paruia), ad Ovest dalla val Vedra, che si riuniscono a Sud-Ovest del monte, nella val Parina che scende in Brembana. A Nord è circondato dalla valle dell’Alpe Corte, che sale da Valcanale in Seriana, ad incontrare la val Vedra al passo del Branchino (1821m), a Nord-Ovest, che lo separa dal Menna. Ad Est scende alla forcola di Valmora (1996m), da cui prosegue in una lunga cresta che vede, da Ovest ad Est, cima di Valmora (2198m); passo del Re (1989m); cima del Fop (2316m); monte Secco (2266m – 2167m) ed infine cima Vaccaro(1959m): tratteremo queste vette in questa sezione.
A Nord troviamo una concima, la Corna Piana (2302), separata dal gruppo principale da un goletto (goletto di Corna Piana), transitato da sentiero segnato, che unisce il versante Brembano a quello Seriano.
A Sud della vetta, a quota 2000m, troviamo il rifugio Capanna 2000, da cui partono due “sentieri dei Fiori”, a due diverse altitudini, che costeggiano entrambe il monte da Ovest,salendo verso Nord, ritrovandosi al passo del Branchino. Ricchissimi, specie nel sentiero alto, di fiori endemici, tra cui il Galium montis-arerae, la Linaria Tonzigii, l’Allium insubricum e molti altri tipici del calcare.
Altri rifugi della zona: il rif.lago Branchino (1790m), il bivacco Santamaria in Leten (1765m); il rifugio Vaccaro (1510m).
All’Arera si sale da due vie: la principale, e più semplice, da Sud, dal rif.Capanna 2000; un’altra via, molto impegnativa, sale dal goletto di Corna Piana, da Nord (non conosco questa via, e la sconsiglio ai prudenti e timorati, visto che ultimamente è stata privata anche da ogni ausilio artificiale).
1) salita all’Arera da Sud: superato il passo di Zambla, salendo per la valle del Riso da Ponte Nossa, si scende a Zambla Alta e, appena affrontato un tornante a sinistra, con alto muraglione, troviamo una indicazione a destra con scritta “Arera”. Si gira e si prende una stradella asfaltata che prosegue pianeggiante per circa 2 km fino a giungere sul fondo della val Paruia, in occasione di un villaggetto turistico (Pra dell’Isola -1169m). Qui la strada inizia a salire, perdendo l’asfalto, e porta comodamente fino a 1600m, dove si apre in un bel parcheggio (oggi a pagamento, si paga giù in fondo alla macchinetta). Dal parcheggio parte un sentiero che, seguendo la cresta a sn, porta fino al rifugio Capanna 2000, incrociando, poco prima, il proseguo della strada sterrata che giunge fino al rifugio dal parcheggio, ma che è proibita al traffico. Dietro il rifugio, un sentiero sale alla cresta Sud del monte, a poche decine di metri di distanza, dove inizia ad arrampicare a zig-zag, senza essere mai esposto. Giunto quasi alla cresta finale, gira a destra e si porta, orizzontalmente, fino ad un canalone che separa dalla vetta, nel quale bisogna scendere, anche qui senza troppo penare. Si attraversa, scendendo un attimo, e si trova una scaletta di ferro che, con anche un poco di catena, aiuta a portarsi sull’altro versante, sul quale si sale con qualche difficoltà in più, per passaggi sfasciumosi e sentierini appena tracciati. Comunque la vetta è a pochi metri, e la si raggiunge prima del collasso nervoso. Si tratta di soli 900m di salita, per cui, al ritorno, i volonterosi possono anche gettare un’occhiata sul “sentiero dei Fiori” alto, che dal rifugio va verso sinistra, almeno per un tratto (fin dove comincia a scendere), se non per il giro completo.
2) sentiero dei Fiori all’Arera; prima di arrivare al rifugio Capanna 2000, sul tratto di strada finale, si trovano due deviazioni consecutive a sinistra: la prima scende decisamente nel vallone sottostante, la seconda prosegue quasi orizzontale. Sono i due tratti del sentiero dei Fiori che vanno al passo Branchino, costeggiando l’Arera da Ovest, ed andando verso Nord, e che possono costituire l’uno l’andata, l’altro il ritorno. Prendiamo per primo quello alto (il secondo salendo): dopo un primo tratto piano, che aggira la testa del vallone, si innalza fin sulla spalla opposta, prosegue in piano per un tratto, poi si abbassa decisamente, girando a destra, per attraversare un lungo tratto sfasciumoso, in corrispondenza del vallone che scende a Nord dell’Arera verso Ovest, dove incontra, sulla destra, il percorso che sale al goletto di Corna Piana. Proseguendo, ci si innalza nuovamente per un tratto a zig-zag, fino ad una finestra che permette di aggirare il costone che scende dalla Corna Piana, per poi scendere sul passo Branchino. Il tratto di ritorno, che si imbocca al Branchino, rigirando a sinistra, è decisamente più uniforme, fino a quando giunge sotto il Capanna 2000, dove deve affrontare un tratto di salita di un centinaio di metri. Bellissimo percorso per gli appassionati di fiori, o di montagna in genere.
3) alla Corna Piana (2302m); dal sentiero dei Fiori alto, come sopra descritto, si stacca un percorso segnato per il goletto di Corna Piana (2130m), che si apre a nord del monte Arera, separandolo da questa cima minore. Giunti al goletto si sale per l’erta erbosa verso Nord trovando un sentiero che vi accompagna fino alla cresta che unisce le due vette, ciascuna con propria Croce di vetta. Girando a destra si raggiunge con facilità la vetta Est (ca.2250m), mentre a sinistra la via più impegnativa, perché esposta, conduce alla vetta principale. Il giorno in cui vi sono salito la pioggia a dirotto e la nebbia mi hanno consigliato di fermarmi alla prima Croce senza scattare fotografie, per cui vi accontenterete di questa breve descrizione.
4) al monte Vaccaro (1959m); il Vaccaro costituisce l’ultima cima della catena che scende dall’Arera verso Est; gita piuttosto breve, in estate, quando costituisce il primo tratto della salita al retrostante monte Secco, è invece appagante ed anche impegnativa con neve, in inverno. Si parte dal paese di Parre (700m), che si aggira da destra, salendo per la ripida via Campella. Al termine della strada (fontana), parte, in discesa verso destra, la carreggiabile per monte Alino, vietata al traffico. Chi può, sa od osa, sale ugualmente in auto fino al santuario di S.Antonio di Alino (1050m). I ligi se la fanno invece a piedi, per percorso ben segnato (come me, la prima volta). Da Alino si prosegue lungo la strada asfaltata che porta al rifugio-bivacco Vaccaro (1510m), dove trovate acqua. Dietro il rifugio (sn) sale un sentierino per prati fino alla malga Vaccaro Alta (1600m) (quella bassa l’avete incontrata appena prima del rifugio). Dalla malga parte un lungo traversone verso destra, che sale fino alla cresta Est del monte (1700m), che si risale per sentiero, fino alla vetta. Con neve, seguire le tracce, se ci sono.
5) al monte Secco (2167m); convenzionalmente si intende con questo nome l’anticima Est, dove sorge la Croce. Per la vera vetta (2266m) ci vogliono almeno 40 min in più. Dalla vetta del monte Vaccaro (itinerario 4) si prende la cresta retrostante, percorsa da un bel sentiero, che sale, circa a metà strada, fino ad una altura intermedia, dove gira un poco a destra. In questo punto, a sin si stacca una cresta, buona per la discesa. Si prosegue sempre in cresta verso la vetta, sempre ben evidente, fino ad un intaglio dove si deve scendere sulla destra. Qui il percorso si fa più difficile, decisamente per EE, perché per circa un centinaio di metri occorre aiutarsi con le mani, su di un tratto roccioso che costeggia la cresta da Nord-Est, terminato il quale si sale alla Croce con vero sollievo. Al ritorno, dove il sentiero gira a sn, scendendo bruscamente, si può proseguire sulla cresta fino al goletto sottostante, dove si scende a sn, sbucando sulla strada poco dopo la malga Vaccaro Alta. Importante tenersi all’inizio a sn, seguendo il solco del vallone, per trovare un sentiero che riporta a dx prima del salto roccioso. Poi lo si abbandona per scendere l’ultimo tratto prativo.
6) a Santamaria di Leten (1765m) dal rif.Vaccaro; inutilmente cercherete il santuarietto od almeno la santella che avrebbe dato il nome a questo bivacco, come ho fatto io, la prima volta, arrivandovi: il sig.Santamaria, fondatore, non ha pensato di dotarlo di alcun conforto religioso. Nel caso, portatevi rosario od immaginette nello zaino.
A questo luogo si perviene da almeno 4 posti diversi: dal passo di Zambla, passando a destra od a sinistra del Grem; dalla val Dossana; da Valcanale attraverso il sovrastante passo del Re, ed infine da questo percorso. Degli altri parliamo in altre sezioni.
Dal rifugio Vaccaro (1510m) (itinerario 4) salite fino alla sovrastante malga Vaccaro Alta (1600m), dove girate a sinistra, seguendo le indicazioni. La larga mulattiera passa con lungo giro sinistrorso sotto le pendici del Vaccaro e sale ad una spalla (1718m), da dove scende poi alla baita Forcella, 50 metri sotto. Dalla baita si continua a scendere, verso destra, fino a giungere in fondo al canalone che scende tra monte Secco e Fop, dove la strada gira a sn in direzione di malga Fop. Qui, però, si abbandona la strada per prendere un sentiero che si innalza parallelamente a questa, e passa sopra malga Fop, per poi giungere ad un ampia spalla erbosa. Da qui il percorso si fa un poco più esposto, poiché il sentiero-sentierino deve attraversare almeno tre canaloni che salgono dalla sottostante val Dossana. Alla fine, dopo un’ultima salita, si sbuca nella amplissima conca di Leten, con il bivacco nel bel mezzo. Per allungare, dietro il bivacco parte, verso dx, per poi girare subito a sn, il sentiero per baita Valmora e baita Camplano; appena giunti alla spalla sopra Leten (sinistra-Ovest), si trova una deviazione, segnata da cartello, che sale verso destra e che porta, prima salendo e poi traversando verso destra, fino al passo del Re (1989); i più pigri si fermano al goletto subito dopo cima di Leten.
n.b. da Parre è possibile raggiungere malga Forcella attraverso un bel sentiero, che termina con la Scala della Forcella, che può essere accorciato salendo per lungo tratto in automobile. Io, però, lo conosco solo per sentito dire. In questo modo, il percorso si accorcia di molto.
7) alla cresta del Fop (2316m); il monte Fop è la vetta più alta della cresta che scende dall’Arera verso Est, e che termina nel monte Vaccaro. E’ raggiungibile attraverso un percorso di cresta che va dal Vaccaro fino al passo del Re, percorso adatto solo ad energumeni ed invasati, perché non solo lunghissimo, ma anche sconsigliato a sofferenti per pollice valgo o vertigini, anche in dose minima giornaliera. Infatti, la parete Nord del Fop cade verticalmente per 1000m su Valcanale, mentre a Sud non offre particolari agi.
Pertanto, alla ricerca di una via più breve, siamo saliti tra la malga Forcella e la malga Fop, nel vallone che scende tra le due cima del monte Secco, e che da possibilità, girando verso sn, di raggiungere la cresta ad Est (dx) del Fop, poco sotto la vetta. Purtroppo, quel giorno, avevamo perso tempo a cercare, inutilmente, la via breve per malga Forcella da Parre, salendo poi alla fine ancora da monte Alino. Pertanto, avendo fatto tardi ed essendo di natura prudente, ci siamo accontentati della cresta, lasciando la vetta a voi, che, sicuramente, ci seguirete. Il percorso: dal rifugio Vaccaro prendere il percorso per Leten; giunti sotto malga Forcella, prendere il sentiero che sale sopra malga Fop, ma abbandonarlo subito per salire verso destra, per tracce, sentierini e tratti a vista. Giunti alla soglia del vallone tra le due vette del monte Secco, girare decisamente a sn, continuando a salire fino alla cresta sovrastante, nel punto più basso tra monte Secco e cima del Fop. Qui si incontra il sentierino di cresta che scende dal Secco e porta al Fop, dopo aver superato un tratto all’aspetto minaccioso, ma che non abbiamo sfidato. Ambiente selvaggio ed incantevole. Al ritorno abbiamo preso un sentierino che traversa alto in direzione di malga Forcella, e che è ben visibile da quella parte: sbuca nella grande distesa prativa sopra la malga, dalla quale, invece, non è visibile.
8) sentieri intorno al rif.Vaccaro: descriviamo due bei percorsi, alternativi a quelli principali, che gravitano intorno al rifugio Vaccaro:
a) dal rif.Vaccaro alla Scala della Forcella, attraverso l’Acqua Calda: a sn del rifugio, dove parte il sentiero per malga Vaccaro Alta, un altro sentiero si stacca verso sinistra, con indicazione Acqua Calda. Un tratto pianeggiante supera il vallone, e giunge alla località Acqua Calda, dove si trova una presa d’acqua ed una fontanella. Poi il sentiero si abbassa, continuando il traversone verso Ovest, fino a giungere al sentiero tra Parre e malga Forcella, all’inizio del tratto denominato Scala della Forcella. Girando a destra si sale alla malga in una mezz’oretta.
b) dal rif.Vaccaro a Parre: scendendo dal rif.Vaccaro, dopo un tratto rettilineo, la strada gira a sn per scendere al grande roccolo. Qui, invece, si sale a dx per pochi metri, alla cascina che sta sul dosso, Scendendo dall’altra parte si trova un sentiero segnato che, traversando il vallone, si porta sopra Parre, dove sorge un monumento agli Alpini, e giunge la strada asfaltata. Qui, girando a sinistra, parte un altro sentiero che riattraversa il vallone e, salendo per un centinaio di metri, riporta al santuario di S.Antonio di Alino, dove potreste aver parcheggiato.