Questa rubrica è dedicata in particolar modo a chi affronta la montagna innevata per la prima volta. Generalmente costoro sono gli utilizzatori di ciaspole, mentre gli sci-alpinisti, di solito, sanno arrangiarsi meglio (questo perché lo sci è più difficile da governare, quindi necessita di un maggior addestramento, anche se poi offre maggior sicurezza della ciaspola).
Avvertenze preliminari
La montagna innevata è generalmente più pericolosa di quella estiva, anche se gli esperti sanno sfruttare la neve per ascensioni altrimenti proibitive, come nel caso di macereti, canaloni franosi, pareti inclinate ma lisce.
Il pericolo dato dalla neve non è determinabile con certezza, perché cambia continuamente in funzione dello stato della neve stessa, che passa da neve fresca, a neve trattata, a neve gelata e poi ghiaccio. I pericoli maggiori si hanno all’inizio (neve fresca: valanghe e smottamenti) e alla fine (scivoloni su neve ghiacciata o ghiaccio).
I pericoli sono dati da valanghe, smottamenti, scivoloni.
Valanghe. Si hanno maggiormente il giorno successivo alla nevicata, dopo le 10 del mattino (col sole), sotto le pendici erte sormontate da pareti incombenti.
rimedi: non andate in posti pericolosi (pendii erti) subito dopo le nevicate; nel caso, tornate prima o subito dopo le 10 del mattino; sui pendii procedete staccati e distanti l’uno dall’altro (nei traversoni ci si ferma e si passa uno alla volta: se resta sotto, gli altri lo salvano o dicono almeno un requiem); utilizzate l’ARVA o anche il cordino da valanga (uno spezzone di cordino colorato di 20mt, trascinato dietro, -e pestato continuamente da chi vi segue-: in caso di valanga è probabile che un pezzetto resti fuori)
Smottamenti. Con neve fresca su terreno non innevato, la neve può scivolare sul terreno, sotto i piedi. Attenti quindi ai traversoni esposti.
Scivoloni: il pericolo maggiore e quasi sempre presente è dato dalla neve ghiacciata, specie sui traversoni orizzontali o diagonali, dove le ciaspole non offrono presa laterale come gli sci.
rimedi: portatevi nello zaino ramponcelli, e sopra lo zaino la piccozza (naturalmente se intendete salire per percorsi non elementari): una piccozzina da 200gr vi toglie le castagne dal fuoco in occasioni altrimenti incresciose.
Come iniziare
Il modo più semplice per iniziare a calcare le nevi con le ciaspole (ma anche con gli sci e pelli), è quello di aggregarsi a qualche compagnia di esperti, se ne trovate che vi vogliono. In alternativa o concomitantemente, iniziare partecipando ai numerosi raduni di scialpinismo-ciaspole od anche per solo ciaspole, che si organizzano un po’ dovunque da gennaio a marzo nelle nostre valli.
Eccone alcuni esempi:
col dele Perpetue (Riccomassimo-TN)
raduno di Boniprati (Condino, Pieve di Bono – TN)
passo delle Marmotte e rifugio Trivena in val Breguzzo (Breguzzo – TN)
baite di Staboletto (val Daone – Daone/Praso – TN)
malga Lavanech (val Daone – Daone/Praso – TN)
raduno del Colombè – cima Barbignaga (Paspardo – BS)
raduno Laghi di Valbona (Tione e Breguzzo – TN)
raduno Avalina Dos dei Morcc – Dos dei Morcc (Breguzzo – Praso – TN)
raduno Tombea da Bondone (Storo)
raduno del Mortirolo: cima Cadì e cima Verda (Mortirolo – Monno – BS)
malga Meda (Bolbeno, Tione – TN)
Altri raduni che ricordo: a Corteno Golgi, il raduno del Corno di Barbione; a Cevo il raduno del Listino; a Bovegno e Collio vari raduni in Maniva; a Pezzoro o Zone raduni del Guglielmo; a Vezza le ciaspolate notturne in val Paghera, ecc.
Battete su Google a inizio stagione (dicembre) “raduni per ciaspole” e trovate di tutto e di più.
Successivamente potete esercitarvi sulle facili salite che dal Maniva portano al colle Dasdana (la retrostante cima Dasdana è più impegantiva), e poi sull’ascensione al Guglielmo da Pezzoro (la Rampegada), o dalla Croce di Marone (Zone).
Adesso siete pronti ad affrontare percorsi di media difficoltà, quali:
monte Listino (e Laione)