la val di Fumo

La val di Fumo costituisce il proseguimento della val Daone, da poco prima del lago di Malga Bissina (1789m) fino ai piedi del Cavento da un lato (dx), e del monte Fumo dall’altro. Al centro della catena a dx (sn orografica), spicca il Carè Alto (3463), la vetta più alta del gruppo, dopo l’Adamello.

Dal punto di vista escursionistico dobbiamo distinguere il tratto prima del lago, con il monte Re di Castello (2889m), il monte Campellio (2809m), la cima di Avolo (2664m), il passo Ignaga (2528m), il Forcel Rosso (2601m), il Corno di Grevo (2867m).

A dx (sn orog.) troviamo il lago di Copidello (1968m), a sn il lago di Campo (1944m), il lago d’Avolo (2393m) ed il lago di Mare (2332m).

Dall’altra parte del lago di Malga Bissina, che costituisce un netto iato, poiché comporta due ore di cammino in più (andata e ritorno), abbiamo il rifugio val di Fumo (1891m), sul fondo valle, il passo di Latola (2700m), il passo di Breguzzo (2765m), il Cop di Breguzzo (3001m), il passo di S.Valentino (2765m) e il passo delle Vacche (2872m), con il bivacco Segalla (3050m) sul lato destro, ed il passo della Porta di Buciaga (2803m) a sinistra. In fondo alla valle, si accede al ghiacciaio della Lobbia, attraverso un percorso segnato.

Le altre vette superano i 3000m e sono raggiungibili dai rifugi della Lobbia o del Carè Alto.

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Accesso

Si giunge comodamente al lago di malga Bissina in automobile, per strada asfaltata. All’altezza della diga, però, la strada si ferma. (Effettivamente c’è una strada carreggiabile fino in fondo al lago, ma strettissima e normalmente chiusa). Purtroppo, presso la diga non si trova più alcun parcheggio, e si deve salire di un centinaio di metri per accedere ad un grande spiazzo (a pagamento nei mesi luglio-agosto). Il parcheggio va benissimo per salire alle mete prima del lago, dal Re di Castello, fino al Forcel Rosso e Corno di Grevo. E’ scomodo per chi intende andare al di là del lago, visto il tratto di salita finale, al ritorno.

Comunque, chi intende proseguire oltre il lago deve ridiscendere, fino in fondo o utilizzando un sentierino-scorciatoia; chi intende salire alle mete ante-lago, prende una strada in fondo a sinistra, che, in circa duecento metri, giunge ad uno spiazzo con un bivio: a sinistra il sentiero per lago di Campo ecc, diritti per salire a malga Ervina (riattata a rifugio dal CAI di Cassano), cui fanno capo le salite ai passi d’Avolo, Ignaga e Forcel Rosso e al Corno di Grevo.

Per il Re di Castello (lago di Campo, passo di Campo ecc.) si può parcheggiare anche qualche centinaio di metri prima del termine strada, in prossimità delle indicazioni a sinistra, che mostrano un percorso erto che raggiunge il sentiero proveniente dal parcheggio alto. Poiché dal parcheggio si deve un poco scendere, questo percorso è più comodo per la discesa (le salite finali sono sempre indigeste).

Per il lago di Copidello, che se ne sta dall’altra parte della valle, credo si debba scendere fino ai piedi della diga, per trovare il sentiero, ma non ci sono mai stato.

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Escursioni più o meno documentate

1) Salita invernale (o primaverile) al lago di Malga Bissina (1800m): si sale in automobile fino alla sbarra, dopo il lago di Malga Boazzo (1225m), e si segue la strada innevata. Il percorso non offre eccessive difficoltà, se non per la presenza di enormi valanghe o slavine che si devono superare (meglio, quindi, affrontarlo in assenza di pericolo valanga).

2) Re di Castello (2889m) (attraverso lago di Campo e passo di Campo): dal parcheggio superiore, o dalla strada, si raggiunge il sentiero per il lago di Campo (vedi sopra), all’inizio pianeggiante, poi in non difficile salita. Giunti al lago (1944m), il sentiero si fa più erto, ma non difficile, fino al passo di Campo (2296m), che divide il Re di castello dal monte Campellio. Sorpassato il passo (dominato da grotte di guerra), si gira a sinistra, affrontando un tratto che sale e scende, con qualche passaggio esposto (attrezzato). In presenza di neve, si segue un percorso alternativo, che sale a sinistra della dorsale rocciosa che scende sul passo (quindi non si transita dal passo), e che rientra nella grande conca sotto il Re di Castello dal passo del Gatto, una fenditura facilmente raggiungibile da entrambe le parti (il percorso è tracciato, anche se non segnato). Si giunge quindi sulla strada militare che porta al rifugio Maria e Franco, che si abbandona poi per salire direttamente nella conca rocciosa, coperta più o meno da neve. Si arriva così sotto la vetta, che si affronta portandosi sulla destra, puntando ad un evidente percorso diagonale (da dx a sn), che si arrampica tra le rocce. L’ultimo tratto, prima del diagonale finale, è piuttosto erto e necessita normalmente di piccozza e ramponi. Il diagonale è scivoloso e franoso, ma non troppo difficile: porta dapprima ad alcune postazioni militari, poi alla bella vetta, con vista incomparabile sulla val di Fumo.

3) monte Campellio (2809m) (non documentato) : questo monte appartiene, a rigore, alla Valcamonica, ma lo posto nella val di Fumo perchè più facilmente raggiungibile da questa parte (altrimenti si parte dalla Rasega, sopra Valle di Cevo, con 500m di dislivello in più). Al passo di Campo, superato il passo, si prende il percorso a dx, che scende verso Est, sopra il lago d’Arno (la Traversera). Si giunge in breve ai piedi del monte. Qui si gira a destra e si sale, con due possibilità, che hanno entrambe lo scopo di raggiungere la cresta Sud, la quale è percorribile fino alla vetta, salvo nel tratto iniziale, che cade a picco. Io l’ho aggirata sulla sinistra, per un pendio erboso, e poi ho attraversato orizzontalmente verso destra, appena superato il primo salto della cresta, sia in salita, sia in discesa. La via indicata oggi da Internet, invece, aggira a destra, passando dai laghi della Vecchia, e sale per canalone, credo allo stesso punto. Una volta sulla cresta, il percorso è facile, ed in ultimo passa presso una bella grotta militare. Dalla vetta, bellissima vista sul sottostane lago d’Avolo. Percorso per EE+, perché non indicato.

3a) sul monte Campellio, con traccia GPX (2809m). Dopo tanti anni sono tornato su questo splendido monte, abbandonato da Camuni e Trentini, che non lo hanno mai segnato (il percorso è però indicato da ometti, lasciati da spendidi benefattori). Sono salito da destra, dai Laghetti della Vecchia, contrariamente a quanto fatto la prima volta. (Nelle immagini trovate il percorso ben segnato). Percorso il primo tratto della Traversera, dopo il passo di Campo, si giunge alla base della grande conca tra Campellio e Corno della Vecchia, dove si trova la traccia della strada militare che vi sale. La si segue (ometti) fino ai laghetti. Li si supera tenendoli entrambi sulla destra, si segue la strada ancora per pochi metri, fino ad un tornante a destra, dove la si abbandona e si comincia a salire verso un evidente ometto. Qui inizia una conca pietrosa, che si attraversa direttamente, seguendo gli ometti, fino ai piedi del monte, dove è evidente un traversino a sinistra, che punta ad una franetta superiore, che permette di superare senza difficoltà il salto roccioso. Si giunge alla base della franetta e si inizia a salire, prima sulla frana stessa, poi nell’erba a destra, fino a superare la frana, sia costeggiandola in orizzontale sn, sia salendo ancora, sempre verso sn, fino a raggiungere la cresta. Questa è impegnativa e faticosa, ma non difficile, Dopo un primo tratto erto, che si supera un poco in cresta, un poco a dx, sull’erba, per tracce, si trova un lungo macereto. Poi ancora salita (seguire gli ometti), che porta alla base del cocuzzolo finale, dove si scende a sn, alla sommità di un canalone (resti di grotta militare). Qui si può salire a destra (canalino), ma si va sull’esposto. Seguire invece l’evidente sentiero che va a sn alla base della parete, la aggira e poi sale con più agio, tornando verso destra. All’ultimo splendida vista sul lago d’Avolo. In vetta, panorama grandioso, visto che il monte si erge isolato da ogni parte.

4) passo Ignaga o di Casinelle (2525m): si giunge al passo Ignaga dal passo di Campo, dal rifugio Lissone o dalla malga Ervina (sopra il lago di Malga Bissina). Noi proponiamo il giro ad anello passo di Campo, lago d’Avolo, passo d’Avolo, passo Ignaga e discesa su malga Ervina. Questo percorso, nel tratto passo di Campopasso Ignaga segue il sentiero N1 dell’Adamello (che scende poi sul Lissone). E’ quindi ben segnato. Anche la discesa su malga Ervina è ugualmente segnata. Percorso bellissimo.

Al passo di Campo, non si supera il passo, ma si gira a destra, per il tracciato del N1. Si traversa orizzontalmente la grande conca del lago di Campo, per poi, giunti nei pressi della cascata che scende dal lago d’Avolo, salire verticalmente (attrezzato) fino al lago. Da qui si sale per bel percorso al passo d’Avolo, lo si attraversa e, quasi in piano si raggiunge il passo Ignaga. Dal passo, girando a destra, per percorso segnato, si discende fino a malga Ervina e da qui fino al grande parcheggio di Malga Bissina.

Al passo d’Avolo, per salire su cima d’Avolo (2658m), ad Est del passo, si aggira il monte sulla destra, sul lato Sud, per strada militare, e si trova il percorso, sempre per strada militare, talora franata, fino alla vetta.

4a) periplo del monte Avolo, con traccia GPX. Percorso indicato sopra, per EE; dal parcheggio superiore al lago di m.ga Bissina (1840m), lago di Campo (1940m), passo di Campo (2296m), tratto ferrato, lago d’Avolo (2393m), passo d’Avolo (2556m), passo Ignaga (2528m), malga Ervina (2056m), parcheggio.

5) Forcel Rosso (2601m):  bellissimo passo, traversato da una fortificazione pressoché intatta. Dal parcheggio sopra la diga, si prende la carrareccia a sinistra, fino allo spiazzo dove si dipartono due sentieri: a sin per il lago di Campo, in centro per malga Ervina (2056m). Si prende per questa direzione, fino alla malga-rifugio, che si raggiunge in breve. Qui si prosegue verso dx, in leggera discesa, fino al torrente, dove si trova un bivio: a sn si sale al passo Ignaga (o, anche, al lago di Mare ed al passo d’Avolo, per percorsi intuitivi), a dx si va al Forcel Rosso. Il sentiero è segnato, e sale traversando sempre verso dx, poichè il passo è sopra il lago, ma talora, specie nei tratti traversi, i segni possono perdersi: fare attenzione. Nell’ultimo tratto, un breve passaggio su roccette leggermente esposto.

n.b. Si può salire al Forcel Rosso anche da un sentiero segnato che si stacca dal percorso per il rif.Val di Fumo (fondo valle), poco prima del rifugio. Utile per percorso ad anello.

6) Corno di Grevo (2869m) (via normale): al Corno di G. si giunge anche per una lunga e faticosa ferrata che sale dal rifugio Lissone. Il percorso di discesa costituisce una più agevole, ma non facile, via di salita. Al Force Rosso ci si porta dall’altro lato del passosi scende un breve tratto sul sentiero verso la val di Fumo, (dall’altra parte di quello da cui si è pervenuti salendo da malga Ervina), cercando un sentierino che risale il monte a sinistra, fino ad imboccare un canalino che porta ad una bocchetta. Qui si deve scendere in un canalone, per un salto di tre-quattro metri da superare in discesa con le mani. Al di là del canalone, una bella catena permette di salire su di una cengia che va verso sn. Al culmine della cengia (prima che inizi a scendere), guardando in alto si vedono alcuni agganci metallici, che aiutano la salita. Dopo pochi metri si trova una corda metallica che permette di superare una parete verticale di circa 15-20m. Poi una cengia, ancora verso sn, porta ad un bello spiazzo al termine della via ferrata che sale dal lato Adamè. Per la vetta si gira a dx, con attenzione, per facile arrampicata senza aiuti.

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Questi sono i percorsi prima del lago. Al di là del lago troviamo invece:

7) passo della Porta di Buciaga (2803m) (non documentato): dal parcheggio si ridiscende sulla strada e si prende la carrareccia che risale sulla sinistra il grande lago. Si giunge in fondo al lago a m.ga Breguzzo (1826m)da dove si prosegue in direzione rifugio Val di Fumo. Giunti all’altezza di questo, che si trova sulla sponda opposta del,Chiese, non si attraversa il fiume, ma si prosegue sul sentiero che risale l’intera valle (n.240). Superate le rovine della Casera delle Levate (2056m) si trova la deviazione a sinistra che sale fino al passo. Sentierino orrendo per buche e balzi, ma non pericoloso. Dal passo bella vista sul Carè Alto, che lo fronteggia.

8) bocchetta di Latola (2760m): si supera il lago fino a m.ga Breguzzo, come per il percorso precedente, ma non si prende per il rifugio, ma si gira a destra, attraversando il Chiese su di un ponticello, seguendo le indicazioni per il passo di Breguzzo. Il sentiero raggiunge la costa montuosa e sale fino ad una grande conca, da dove prosegue verso il passo di B. Per la bocchetta di L., invece, occorre girare a destra per un sentiero che risale zigzagando la ripa del costone destro (sin orog.), fino a portarsi sulla spalla. Qui si aggira il costone, fino ad entrare nel vallone che scende dalla bocchetta. Si risale per tracce e sfasciumi fino al tratto finale, erto e scivoloso, tra massi pericolanti. Alla bocchetta si sale per un curioso camino che si apre sopra la testa, in una grotta appena sotto il valico. Dalla bocchetta si può giungere, in breve, alle Porte di Danerba.

9) passo di Breguzzo (2765) e Cop di Breguzzo (3001m): giunti a m.ga Breguzzo, in fondo al lago, si attraversa a dx, come per il percorso precedente. Dopo il primo salto (2119m), si prosegue diritti sul fondo valle e poi si affronta un lunghissimo macereto in salita, fino alla stretta finale (talora neve), che porta al bel passo (sotto il passo 100m, un traversone a destra porta all’ultima acqua del percorso). Al passo si gira a sinistra e si attraversa sotto il Cop di Breguzzo fino alla bocchetta dei Cacciatori, dall’altra parte della cima. Qui, poco prima della bocchetta, si deve trovare un sentiero militare che sale zigzagando tra le rocce, fino a dove sembra interrompersi (piccola fortificazione sulla sn). Sulla destra scende una cengetta, esposta. Su questa cengia si apre una fenditura sulla sinistra, passando attraverso la quale si accede all’ultimo tratto di salita. Il percorso non è difficile, se non per trovare la fenditura sulla cengetta. Altrimenti si può salire diritti, in arrampicata (chi sa farlo).

10) passo di S.Valentino (2765m): poco prima del rifugio Val di Fumo, si attraversa il Chiese e si prende a destra. Percorso segnato, passa per baite del Cop di Casa (2131m) e poi giunge al passo senza eccessive difficoltà.

11) passo delle Vacche (2872m) e bivacco Segalla (3051): si passa per il rifugio Val di Fumo e si prende il sentiero che prosegue sul lato dx (sn orog) del Chiese, fino a chè inizia a salire. Il percorso è segnato e non difficile, seppur lungo per il tratto pianeggiante da percorrere. Giunti al passo, lo si supera e si trova sulla sn un sentiero militare che sale nella roccia, fino ad un passaggio aiutato da corde metalliche (vecchie). Sopra, un ampio costone sale al bivacco, che dà accesso ad una ascensione alpinistica al Carè Alto per lo spigolo Sud. Si può salire al bivacco (o scendere) anche per sfasciumi, sulla sinistra del costone, lato val di Fumo.

12) Testata della val di Fumo (2500m): rimanendo sulla sn del Chiese (dx orog), il sentiero sale per tutta al lunghissima valle, fino a dove inizia ad arrampicarsi sulla parete granitica che porta al ghiacciaio sovrastante, sotto il Cavento.

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a malga Bissina con la neve

proprio quel giorno la montagna volle il suo tributo: in valle di Danerba un alpinista sotto una valanga

monte Campellio

raccolta rinnovata, con traccia GPX

monte Re di Castello

poche immagini di una salita di tempi andati, passando per il rifugio Maria e Franco

Forcel Rosso

Corno di Grevo

mancano le foto di vetta perchè mi si era scaricata la batteria!

passo di Latola

documentazione incompleta: solo immagini della prima parte della salita

passo Ignaga

nel 2003 si scattavano poche foto: retaggio delle macchine a rullino