quasi sul Serottini (2967m)

 meta ambita ma non facile, specie nell’ultimissimo tratto. La via migliore sale dal lago Storto, costeggiandolo a sinistra (dalla parte del monte). Qui il percorso è malagevole, su massi e detriti. Ma, salendo in diagonale, nella seconda metà del lago si incontra una traccia che inizia a salire diritta e sbuca sul costone sovrastante, dove il sentiero si fa più marcato e comodo fino a giungere ai 2900m, dove si affaccia dalla spalla Est della vetta, che cade con orribile dirupo sulla Valtellina. Qui si gira a sinistra e si sale ancora qualche metro, fino a quando il sentiero ridiscende per aggirare sulla sinistra alcune paretine sommitali e poi attingere la vetta (inutile portarsi canistri e bottiglioni: si dice così, ma non si attinge nulla…). Qui il tragitto si fa periglioso, e lo si affronta solo dopo brevi colloqui con prete e notaio (inutile tentare il passaggio a dx, è molto peggio, perchè tutto instabile). Oppure ci si accontenta di dove si è giunti, come ho fatto io, scusandomi con la nebbia che saliva a coprire tutto.

Il ritorno può essere fatto dallo stesso percorso, oppure si può scendere per sfasciumi puntando all’acroro erboso che si trova in fondo al lago Storto (Est); non è difficile, basta spostarsi, dove si può, verso sinistra. Dall’acroro si scende puntando alla striscia di terreno a fine lago, per facili canaletti (da uno, verso destra, sono sceso io)

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