La catena dei monti calcarei che parte a Nord con la Concarena, si estende poi verso Ovest fino al passo di Ezendola, per poi girare a Sud e terminare nel Corno di S.Fermo, sopra il primo tratto della val di Scalve.
Dopo il passo di Baione, troviamo cima Mengol (2421), bella cima, attraversata dal sentiero n.6, ma poco frequentata.
Segue il passo delle Ortiche (2292m) proprio sotto la vetta del Cimon della Bagozza (2409m), che, anche se più basso di cima Mengol le ha sottratto ogni fama con la imponenza data dalla vertiginosa parete Nord.
Proseguendo dal Cimone verso Ovest, trascurando qualche vertiginoso goletto minore, si giunge al passo del Valzellazzo (2077m), che permette un agevole (se il sentiero fosse minimamente tenuto) accesso da Schilpario alla catena Cimone- Vai Piane- Ezendola.
Dal passo si risale a dx a cima Vai Piane, poi il lungo dorsale di Vai Piane fino al passo di Lifretto (1996m), quindi cima Ezendola (2174m) ed al fino il passo di Ezendola (1974m), dove il monte gira a Sud e si conclude questa sezione.
Il tratto descritto è attraversato per tutta la sua lunghezza dal sentiero n.6 che va dal passo di Baione al rifugio Laeng, sotto il Camino. E’ un sentiero malfamato, perché segnato male, e per lunghi tratti più da cercarsi per tracce che per terreno battuto, anche se utile, per chi ha il coraggio e l’esperienza di affidarvisi.
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Escursioni:
il Cimon della Bagozza (2409m) andrebbe posto tra i monti della val di Scalve, poiché vi si sale preferibilmente da Schilpario. Ma, sia per partigianeria, sia perché io vi sono salito per la prima volta (da giovane, con mio padre), da Lozio, lo pongo tra i monti camuni. Da Lozio non vi è alcun sentiero segnato, se non il leggendario n.6, passando da Vai Piane, inutilmente lungo e dispersivo (nel senso che vi ci si perde..)
Dal rifugio Bagozza (sulla strada Schilpario-Vivione, a 1600m), il dislivello è di 850m. Si prende la strada per il passo Campelli, fino allo spiazzo con la statua della Madonna. Qui si gira decisamente a destra, per sentiero segnato. Si scende un poco fino ad un laghetto, poi si inizia a salire, dapprima tra i rododendri, ma poi su di un erto ghiaione, che si impenna sempre di più man mano che si sale. Bellissimi fiori premieranno i vostri sudori, tra cui la rarissima Moehringia concarenae. Cercando di tenere i segni (vi sono innumerevoli varianti, scavate da chi cercava, inutilmente, una via più agevole), si giunge al tratto finale che, con un traversone verso destra, immette in un canalino roccioso, dove si sale più agevolmente con uso mani. Si sbuca così al passo delle Ortiche (2292m), uno stretto goletto dove di ortiche non vi è alcuna traccia. Qui si gira a destra e si sale per sentierino sul costone, tra erba e rocce, e si giunge alla vetta senza eccessiva difficoltà. Dalla vetta si potrebbe scendere per la cresta Sud, girando poi verso destra e sbucando alfine al passo del Valzellazzo (2077m), da cui si ridiscende alla partenza. Vi posto la descrizione di Aquile rampanti, che hanno fatto anche questa.
2) monte Vai Piane (2194m); disl da Lozio 1200m; attraversato il centro di Villa di Lozio (1000m), si giunge ad una piazzetta che sale verso destra, dove si parcheggia. Dalla sinistra della piazza sale una stradina, con indicazioni per il rifugio Laeng. La si segue per circa mezz’oretta (ora più, ora meno), fino a che la strada, superata una baita sulla sn, gira leggermente a dx e si spiana, in località Rodello (1180m). Proprio qui si stacca sulla destra una strada segnata per malga Valburnega (1567m), (ed ora anche per bivacco Don Giulio). Si prende questa strada, che più avanti divien mulattiera, che sale attraversando il bosco e, dopo qualche giravolta, ci si ritrova fuori dal folto proprio sotto questa malga, posta in modo suggestivo proprio sotto un gran salto di roccia. Qui si incrocia una carrareccia proveniente da sinistra, che parte dalla fontana di m.ga Onder (1430m), sul percorso per il Laeng. Buona per il ritorno.
Non si sale a m.ga Valburnega, che resta 50 metri più in alto, ma si gira a destra, per una larga traccia che aggira il costone e poi sale piuttosto dolcemente addentrandosi in una larga vallata, al termine della quale si incrocia il sentiero n.6 che viene da sinistra, e prosegue salendo verso destra fino a m.ga Vai Piane (1999m), in una zona ricca di vecchie miniere. Si avanza dopo la malga per un tratto piano e poi in salita, fino a ché il sentiero inizia a scendere verso il passo del Valzellazzo. Qui lo si abbandona, salendo precipiti verso sinistra, fino al crinale. Si gira a dx e si giunge ai piedi della vetta di Vai Piane, cui si attinge, salendo per tracce, sulla destra. Sulla vetta un cespo del raro Allium victorialis. Si può tornare per cresta (Adrosace helvetica), e calarsi nei pressi di malga Vai Piane, all’imbocco di una miniera.. La zona, di ampi pascoli, è ricchissima di fiori, specie di orchidee alpine. Al ritorno si può seguire il n.6 (ma attenzione all’erba alta), fino alla valletta di Ezendola, sopra malga Valburnega, alla quale si scende per bel sentierino.
3) passo e cima di Ezendola (2174m); disl.1200m; giungi a malga Valburnega, col percorso precedente, si sale alla malga (ortiche!) e si prosegue in salita su sentiero fino ad incrociare il n.6, e poi per tracce, sempre su per la valle fino a sbucare al passo. (1974m). Begli orridi su Schilpario. Sulla destra del passo parte un sentierino che aggira cima Ezendola, cui sale dal versante opposto (Sud-Est). Quando ci son salito c’era nebbia, per cui non ho foto proprio della salita in vetta.
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