La val Canè è una piccola ma meravigliosa valle che si apre a Nord del paese di Canè e termina con la Punta di Pietra Rossa (3228m). Si insinua tra le maggiori valle delle Messi ad Est e val Grande di Vezza ad Ovest, che la superano in lunghezza, tanto da collegarsi tra di loro a Nord della P.di Pietra Rossa, attraverso l’omonimo passo. E’ percorsa dal torrente Fomedio, che nasce dal lago di Vuarzarol o lago di Pietra Rossa (2601m). Alla base della valle, due grandi pilastri, il Coleazzo (3061m) ad Est ed il Bles (2820m) ad Ovest formano due conche triangolari che affiancano, nel tratto iniziale, la valle principale: quella del Coleazzo è già stata trattata nella sezione Val Massa, mentre quella del Bles si divide a sua volta in due, la valletta del rifugio Baite di Bles (2078m) ad Est e quella di baita Tremonti (2123m) ad Ovest, base entrambi di belle escursioni sulle cime circostanti.
Alla testata della val Canè, su di un altipiano lunare, estremamente accidentato, che si stende ad Ovest della catena tra cima Monticello (3161m) e Piramide di Somalbosco (3087m), troviamo la vedretta di Monticello, l’unico ghiacciaio perenne della Provincia di Brescia fuori dal gruppo dell’Adamello, e due laghetti alpini che sono i più elevati della Provincia.
La val Canè si collega alla val Grande di Vezza attraverso il passo di val Canè (2699m), mentre i collegamenti con la valle delle Messi sono solamente vie non segnate ed alpinistiche.
Un grande vantaggio offerto dal comune di Canè è il permesso di risalire in macchina la valle fino a Cortebona (1766m), fino alle 9 del mattino (così ne approfittano solo gli alpinisti e non i perdigiorno).
Punto di appoggio per salite di testata di valle è il bivacco casere di Valzaroten a 2212m.
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Descriviamo alcune delle numerose escursioni qui possibili
1) al lago di Vuarzarol ed al passo di val Canè: gita per tutti, esplorativa della valle nel suo corso principale. Giunti a Canè (1476m), salendo dal fondo valle e passando per Vione, all’ingresso del paese si prende una strada a dx in discesa, che aggira il nucleo abitato, risale e raggiunge un grande parcheggio, da dove parte una carrareccia che risale la valle fino a Cortebona (1766m). Qui si parcheggia (bel luogo di pic-nic, con fontana) e si prosegue diritti per la mulattiera a dx del torrente, che si attraversa più in alto, dopo aver visto due calchere (forni per la calce, visto che nei pressi vi è una vena calcarea, che scende dal Coleazzo e risale al Bles) e la palazzina del parco (anche se non la vedete, non perdete nulla). Risalite la valle fino a dove questa si innalza bruscamente. Qui il sentiero gira a destra, riattraversa il torrente ed inizia a salire di traverso il versante destro (sin orog), fino a raggiungere il bivacco casere di Valzaroten, frequentato più da stambecche e stambecchini che da alpiniste. Si continua per la traccia segnata dietro il bivacco, fino a portarsi ad una cascata che si attraversa girando a sn (a dx si sale al Monticello). Si continua, stando attenti ai segnali, fino al bellissimo laghetto di Vuarzarol (nome antico), o di Pietra Rossa (2601m). Dovrete scendere nella piana del lago, attraversarla tutta fino in fondo (sorgenti) e trovare il sentiero che sale a sn, girando all’indietro. Seguitelo fino al passo di val Canè (2699m), dove, affacciandosi e guardando in basso potrete vedere eventualmente cervi e stambecchi e sicuramente il bivacco Occhi in val Grande di Vezza. Girando a sn, prendete il Sentiero dei Camosci e salite, se gradite, sulle prime vette immediatamente sovrastanti il passo: possibili rientri sul lago di Vuarzarol, per vallette non segnate (solo per esperti).
2) al monte Bles (2800m): da Cortebona si prende la strada a sn per l’agriturismo; si supera un ponticello e ci si porta a ridosso del versante di fronte. Qui si trova la deviazione con indicazione Tor dei Pagà a dx che immette in un sentiero che risale zigzagando tutta la costa boscosa fino a raggiungere la cresta. Si gira a destra, portandosi alla base del costone Sud-Est del Bles, che si inizia a risalire, sulla sinistra, per sentiero sempre più erto. Alla fine, si aggira il monte sulla destra e si risale un canalino sfasciumoso che ci porta alla vetta, dove una altissima Croce ci avverte di non proseguire oltre, che siamo arrivati. Si può tornare per lo stesso, oppure scendere per il canale Sud-Ovest, pure di sfasciumi, erto, ma non difficile, che ci porta ad incontrare, alla sua base, l’inizio del Sentiero dei Camosci che da qui raggiunge il passo di val Canè, tenendosi in quota dal lato Val Grande (da evitare perchè recentemente franato, salvo da qui fino a cima Rovaia).
Si scende comunque ad una piccola costruzione privata, dove si gira a sinistra e si torna pianeggiando alla base del costone di salita.
3) al monte Coleazzo (3061m): bel percorso e bel monte, ma dalle segnalazioni assolutamente insufficienti. Da Cortebona si prende il sentiero (indicato) appena prima della fontanina, che sale diritto verso destra. Lo si segue, dapprima obliquando un poco verso destra, curvando poi a sinistra; all’incrocio con un percorso pianeggiante, si gira decisamente a sinistra; dopo un primo tratto in piano, si riprende a salire, per portarci nel vallone Sud-Ovest che scende dalla cima (valle di Stol). Si sale per sentiero visibile ma non segnato, e che talora si perde, fino al grande masso erratico che caratterizza il vallone (detto, per l’appunto, Stol). Qui si sale diritti, portandosi in centro alla valle, per percorso libero e tracce, fino ad una grande, bellissima conca che si apre proprio sotto le vette del Coleazzo. Qui il percorso è indicato da paletti metallici, e si infila in un ben evidente canalino sfasciumoso ed impervio, che porta alla bocchetta tra le vette 3006 (dx) e 3061 (sn). Giunti alla bocchetta, si gira a sinistra e per placche ed erba si giunge alla grande Croce dell’artista Bertarelli. Il tratto finale non è segnato, ed occorre ricercare il percorso di salita, per facili cenge che risalgono ripide placche. Prendere prima la grande cengia a sinistra, poi girare a destra, dove si può, tornare a sinistra, di nuovo a destra e poi puntare alla vetta.
4) alla cima di Pietra Rossa (2869m): questa cima appare imponente sopra il lago di Vuarzarol, anche se si tratta in realtà della spalla di una cresta, passaggio obbligato per la salita a cima Monticello (\3161m) dal versante Sud-Ovest.
Vi si sale per sentiero segnato dal passo di val Canè, girando a destra. E’ possibile però salire (o scendere) anche direttamente dal lago, da un grande canalone che scende sul lago da destra, o dall’inizio del lago, girando a destra (ometti): il monte è abbastanza aperto e permette varianti di percorso.
5) alla vedretta di Monticello ed a cima Monticello (3161m): a cima Monticello si può salire anche dal percorso per la Piramide di Somalbosco (che sorge più a Sud), visto che le due vette sono collegate da un pianoro a circa 3000m. Questo fatto permette un percorso ad anello, in entrambe le direzioni, facendo attenzione che il pianoro è estremamente accidentato, ed è facile perdersi se non si hanno chiare in mente le direzioni guida. Il percorso qui descritto è quello che sale dal passo di val Canè, attraverso la cima di Pietra Rossa (percorso 4). Giunti sulla cresta ad Ovest della cima di P.Rossa, si va verso destra, per percorso segnato, affrontando una lunga salita tra roccioni, che porta ad un bel colletto sormontato da omettone, che si può aggirare anche da destra. Dietro il colle si vede il sottostante ghiacciaietto di Monticello. Vi si scende e lo si costeggia sulla destra, fino quasi alla cresta sovrastante. Qui, girando a sinistra, si attraverso quasi in piano e si sale senza problemi alla cima Monticello, subito di là dalla vedretta (se si gira a dx, per percorso segnato, si va invece alla Piramide di S. (attenzione, perchè i segni vi inducono in errore, se volete andare sul Monticello, raggiungibile a vista). Bellissimo panorama, se non fosse che ogni volta ho trovato il tempo guastato.
6) alla Piramide di Somalbosco (3087m): vetta rocciosa a breve distanza e a Sud-Est di cima Monticello, sulla cresta che prosegue fino al Coleazzo. Sopra il bivacco di Valzaroten si sale, per il sentiero principale, fino al torrente (cascata) dove si gira a dx (indicazione: vedretta), attraversando in piano per erba fin sotto un grande vallone che cade da Nord. Lo si risale tutto per sentierino segnato, fino a giungere al grande pianoro a 3000m. Qui il sentiero segnato gira a dx e sale alla sovrastante Piramide, bella vetta rocciosa, dove potrete ammirare il bollino di quei di Adro. Se invece andate diritti, arrivate a cima Monticello, dopo vari saliscendi (attenti a sn, si vedono i laghetti, passando).
nb: i percorsi 4-5-6 possono essere fatti in un’unica tornata, con giro ad anello. Li teniamo separati per comodità e per piedi più dolci dei vostri.
7) alla cima di Glere (2778m), attraverso la valletta dei Salvà: salendo per il fondo valle, giunti al punto in cui si gira a dx (ponticello) per salire al bivacco Valzaroten, si vede a sn una valletta erbosa che scende costeggiando le tre caratteristiche cime dei Salvà. La valletta si sale per percorso libero e per tracce fino ad un grande pianoro, dove trovate un laghetto glaciale. Proseguendo verso la sovrastante cresta, la si raggiunge senza problemi, intersecando il Sentiero dei Camosci, che proviene dal passo di val Canè, e giunge a cima Rovaia e ai piedi del Bles stando sul lato Val Grande (evitarlo per frane). Si gira a destra, e, abbandonando il sentiero, si sale facilmente alla sovrastante cima di Glere (il sentiero la aggira da sn), ridiscendendo dall’altra parte fino a riprendere il sentiero segnato, che si segue fino al passo di val Canè, dove si rientra per il percorso 1 (possibili scorciatoie direttamente a dx sul lago di Vuarzarol, ma non segnate).
8) al bivacco baite di Bles (2078m): questa meta, assieme alle successive, non appartiene propriamente alla val Canè, ma alla zona intermedia tra questa e la val Grande di Vezza, che si apre a Sud del monte Bles. Partendo da Canè, all’ingresso del paese si entra nel parcheggio, a sn, davanti al cimitero. Dal parcheggio si sale subito su di una stradina che passa dietro il camposanto, provenendo dal centro di Canè. Si prosegue pianeggiando per circa un km, fino ad incontrare un sentiero che sale a dx. Lo si prende, si attraversa un bosco di conifere e si sbuca più in alto, intercettando una mulattiera che proviene da sopra Canè e va fino alla località di Zocchi (dove passa il percorso che da Vione sale alla malga Tremonti) . Non si segue questo percorso, ma lo si attraversa e si prende (10 metri prima o dopo), un’altra mulattiera che sale erta verso sinistra, compie un ampio giro sinistrorso, fino a giungere ad un quadrivio dove si gira a destra e si sale nel bosco, per giungere in breve e senza altre deviazioni, al bivacco.
Si tratta di due costruzioni su due livelli differenti, di cui la superiore è stata riattata a bivacco. Proseguendo verso destra si sale alla base del Bles (Tor dei Pagà a dx o Sentiero dei Camosci a sn). Dietro la baracca, invece, si trova un sentiero pianeggiante e parzialmente segnato, che porta alla malga Tremonti, permettendo percorsi ad anello. Bello anche con neve.
9) alla malga Tremonti (2123m): bella località, base di ulteriori ascensioni. Vi si può giungere dalle baite di Bles (ultimamente preferivo questo, vedi precedente), o da Vione. Salendo per la strada per Canè, si aggira il paese di Vione, portandosi sopra di esso. Superato il tornante a dx e risaliti fino ad appena prima di incontrare il bivio a dx che riporta, dall’alto, al centro del paese, una strada si stacca a sn, tornando, dopo breve tratto, all’indietro (via Premia). Dopo poco cessa l’asfalto ed inizia una carrareccia impervia che porta alle località degli Zocchi (1589m) e di Fossano (1895m), ed infine a Tremonti. Nell’ultimo tratto, poichè la strada compie un ampio ed inutile giro verso sinistra, si può salire per sentiero e per tracce a fianco del ruscello che cade dalla valletta di Tremonti (solo se siete sicuri di non sbagliare). Da Tremonti si stacca, verso sinistra, un sentiero che porta a cima Rovaia, poco prima del museo. Oppure, salendo nella valle, si aprono altri itinerari descritti qui sotto: da sn a dx, cima Mattaciul, cima Tremonti e cima di Bles (sono le tre cime che danno nome alla località: l’ultima (da non confondere col monte Bles, è di difficile accesso, e non vi siamo saliti)
10) a cima Tremonti (2800m circa) non segnata sulle carte, ma ben evidente, tra cima Mattaciul e monte Bles. I cacciatori del posto le danno questo nome
Dietro malga Tremonti si sale nel fondo valle, per sentiero o tracce, fino a quando la valle gira decisamente a destra. Qui è possibile intercettare un sentiero che scende da dx e risale, a sn, in breve, al goletto terminale di cima Rovaia, prima che inizi la dorsale del Mattaciul (che si erge di fronte a noi). Si risale ancora la valle, a dx, per sentiero o per percorso libero, fino ad incontrare il Sentiero dei Camosci, che scende da destra e risale a sinistra. Si prende a destra e si sale fino ad un grande omettone a circa quota 2700. Qui il sentiero prosegue pianeggiante verso dx, passando sotto monte Bles e portandosi ad un goletto dove poi cade sotto il Corno di Bles. Noi, invece, saliamo alla sovrastante vetta, per una strada militare in certi punti mal ridotta. Bel panorama, se il tempo aiuta.
11) a cima Mattaciul (2845m): da malga Tremonti saliamo fino alla curva a dx della valletta, dove troviamo il sentiero di cui sopra, ma noi giriamo a sn e raggiungiamo il goletto terminale di cima Rovaia (cima Rovaia è la dorsale che sale a sinistra -dx orog- della valletta di Tremonti) (naturalmente, si può salire anche da cima Rovaia, dalla val Grande). Qui si innalza un bel sentierino, verso dx, Nord, che ci porta sulla dorsale aperta che scende dalla vetta. Salendo (brevi passaggi su massi), incontriamo, a quota 2700, un ometto gemello di quello incontrato sotto cima Tremonti, che segna il passaggio del Sentiero dei Camosci, che sale da dx (erterrimo) e che poi si riabbassa verso sinistra. Noi, invece, proseguiamo diritti, per sfasciumi ed erba, e raggiungiamo la bella vetta, appoggiando le mani al suolo negli ultimi venti metri, dove la pendenza si accentua (facile).
12) valletta del Coleazzo: si tratta della valletta esattamente a Sud del monte Coleazzo: valle estremamente selvaggia e solitaria, frequentata solo dai camosci, con possibile salita fino a 2800m, e forse fino alla vetta dell’anticima Sud del monte. Si sale dalla val Canè, col percorso per Val Massa (a metà valle, indicazione Chigol, sentiero 3A). Si passa per malga del Coleazzo (2137m) e poi per baita Coleazzo (2246m). Qui si abbandona il sentiero per Val Massa, che prosegue piano dietro i ruderi, e si sale per la massima pendenza, tenendo la destra. Sopra, si entra in un falsopiano molto accidentato, che si supera spostandosi man mano verso dx, fino a portarsi sotto l’accentuato gradino della valletta. Lo si supera in diagonale sinistra, e si entra in una bella conca. Si prosegue verso l’alto, tenendosi a dx, sempre diritti fin sotto le rocce della vetta (2800m). Qui, parrebbe di poter proseguire in un bell’ intaglio verso sinistra, che porta in cresta. Non so altro (qui mi sono fermato), salvo un vago racconto sentito al Linge, che parla della possibilità di giungere in vetta (sono ormai troppo vecchio per fidarmi in zone così solitarie, solo per l’anticima).
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