vedi anche: val Canè
Bel percorso e bel monte, ma dalle segnalazioni assolutamente insufficienti. Da Cortebona (1766m), dove si giunge in macchina dal paese di Canè, si prende il sentiero (indicato) appena prima della fontanina, che sale diritto verso destra. Lo si segue, dapprima obliquando un poco verso destra, curvando poi a sinistra; all’incrocio con un percorso pianeggiante, si gira decisamente a sinistra; dopo un primo tratto in piano, si riprende a salire, per portarci nel vallone Sud-Ovest che scende dalla cima (valle di Stol). Si sale per sentiero visibile ma non segnato, e che talora si perde, fino al grande masso erratico che caratterizza il vallone (detto, per l’appunto, Stol). Qui si sale diritti, portandosi in centro alla valle, per percorso libero e tracce, fino ad una grande, bellissima conca che si apre proprio sotto le vette del Coleazzo. Qui il percorso è indicato da paletti metallici, e si infila in un ben evidente canalino sfasciumoso ed impervio, che porta alla bocchetta tra le vette 3006 (dx) e 3061 (sn). Giunti alla bocchetta, si gira a sinistra e per placche ed erba si giunge alla grande Croce dell’artista Bertarelli. Il tratto finale non è segnato, ed occorre ricercare il percorso di salita, per facili cenge che risalgono ripide placche. Prendere prima la grande cengia a sinistra, poi girare a destra, dove si può, tornare a sinistra, di nuovo a destra e poi puntare alla vetta.
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Per tanto tempo ti avevam sognato
O Coleazzo, in tanti giri attorno.
Un dì, giunti allo Stol, abbiam mollato
Per un malor con rabbia e con gran scorno.
Siamo tornati, e su pel canalino
Rotto di sassi, mobile e cattivo
Siamo sbucati sotto quel catino
Tra la nebbia e il grigior del giorno estivo.
Poi la parete, rotta ed intricata
Di cenge e passerelle trasversali
Fino alla Croce, torta e avvoltolata.
Qui siamo giunti: guarda come vali
Poi la discesa attenta fra quei sassi
Che volavan da basso sotto i passi
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