Dopo la passeggiata corta del mercoledì (vedi qui), eccoci a quella lunga del sabato! Oibò! E’ venuta ancor più corta! Ma con quota decisamente più alta. Del resto, per raggiugere i 3000m, oramai non mi resta che salir di quota in partenza. Per cui la lunghezza della gita l’ha fatta l’automobile, con la salita ai 2618m del passo Gavia.
Il passo Gavia è una vera miniera di belle gite. Una volta ci si faceva, ad es., il Corno dei Tre Signori, il bivacco Seveso, la cima di Vallumbrina, od anche solo l’anticima del Gavia. Poco più in basso, monte Sobretta. E questo senza affrontare i ghiacci del S.Matteo, Tresero o Dosegù, per gambe più giovani. Adesso mi devo accontentare del Gaviola.
Ma è pur sempre una splendida gita per panorami ed ambiente. Vi sono poi i fiori dei tremila metri, quelli che crescono solo al vento delle creste e delle cime, che riempiono il tempo che la brevità dell’ascesa ci ha lasciato.
La salita è abbastanza semplice, per metà su splendida strada militare, poi su sentiero ben tracciato. Vi è qualche esposizione di troppo, ma senza particolari difficoltà. Parcheggiati nei pressi del rifugio Bonetta, 2618m (non fatevi ingannare dai 2650 denunciati dal rifugista!), si sale alla strada che costeggia i lago Bianco da Sud (sentiero n.2, che sale alla bocchetta dei Tre Signori). Dopo meno di 500m, prima di un ponticello, si trova la deviazione a destra per il monte Gaviola, che qui vi sovrasta. Si prende una splendida strada militare che vi porta su per almeno metà del percorso (200m). Poco dopo il bivio, si trova una indicazione a ds per l’Osservatorio militare. E’ una bella meta secondaria, poco distante, che abbiamo raggiunto dopo la discesa.
Saliti per poco più di 200m, proprio sotto una lingua di neve ben visibile dal basso, la strada è interrotta da una frana di massi. Si scavalcano con attenzione i pietroni di inciampo, e si riprende per poco, fino ad un tratto attrezzato di una decina di metri, molto semplice. Poi la stradella-sentiero sale ancora a tornanti, fino a girare a destra e traversare in falso piano per un cento metri di sentiero a tratti un poco stretto e leggermente esposto sullo sfasciume erto sottostante. Basta non guardar giù e camminare con tranquillità. Si raggiunge un torrione caratteristico, dove poi si deve salire per una decina di metri in modo piuttosto ripido. Dopo di che si giunge ad una gran conca pietrosa, dove le difficoltà (già lievi) finiscono. Si traversa ancora per 200 metri, fino alla cresta Est, che si sale con facilità fino alla vetta, con bella Croce. Qui le rocce offrono splendide fioriture, che potete ammirare in fotografia qui sotto. Il ritorno ricalcando la salita.
Altitudine massima: 3004 m
Altitudine minima: 2605 m
Totale salita: 432 m
Totale discesa: -444 m