La valle di Belviso scende da Sud a Nord, ad Ovest del passo dell’Aprica, pressoché parallela alle valli di S.Antonio. Amministrativamente e geograficamente appartiene alla Valtellina, ma si introduce tra le prealpi Camune e quelle Orobiche, avendo ad Est la valle Camonica, a Sud la val di Scalve ed a Ovest la val Seriana. Pertanto la trattiamo, per contiguità, assieme ai monti camuni. La valle è caratterizzata da un lunghissimo lago artificiale, il lago di Belviso (1485m).
Si sale in valle in automobile fino alla diga del lago, dove si trova un piccolo parcheggio (altrimenti si fa come si può, fermandosi sotto). Prima della diga, troviamo il rifugio Criostina (1255m).
Superato il passo dell’Aprica, si scende verso la Valtellina; si superano due tornanti appena fuori il centro abitato e si prosegue per circa un km, fino a trovare sulla sinistra l’indicazione Rif.Cristina. Si ritorna indietro ad U, immettendosi in una stradina che scende verso la centrale di ponte Ganda. Qui giunti, all’incontro con la strada proveniente da Caronella, si gira a sinistra, all’indietro, salendo verso Sud per una bella strada, anche se, per lo più, non asfaltata. Si giunge così al rif.Cristina (spiazzo sulla sn), e si prosegue fin dove la strada, passando a sn di un edificio, scende per un tratto fino al fondo. Attraversato il torrente, si risale con due tornanti, fin quasi alla diga, dove, nei pressi di un edificio, si può parcheggiare.
E’ possibile entrare in valle anche direttamente dall’Aprica, utilizzando la telecabina della Magnolta, che porta già in quota (1900m), e prendendo il sentiero alto che costeggia la catena orientale della valle. Io non lo ho mai percorso, ma, anche si si parte da una quota più elevata, non è più veloce di quello descritto più sopra, anche perché la cabinovia apre dopo le 8 e il sentiero non è del tutto agevole perché, a tratti, invaso dagli ontani (da testimonianze raccolte).
La valle offre moltissime passeggiate, essendo percorsa da sentieri in quota (2000m) in tutta la sua estensione, ed avendo numerose cime e passi tutto intorno. Vanno citati: il passo del Venerocolo (2314m), il passo del Demignone (2485m); il passo di Venano, con il rif.Tagliaferri (2328m) ed il passo di Belviso (2518m), verso la val di Scalve; il passo Grasso di Pila (2513m), verso la val Seriana. Tutte queste mete sono descritte in altre sezioni (val di Scalve e val Seriana), perché da me raggiunte da quella parte.
Sono raggiungibili anche le vette del monte Demignone (2587m), e monte Torena (2911): monti impegativi e più facilmente raggiungibili dall’altro versante.
Io, di questa valle, descriverò solamente tre escursioni: al lago di Pisa, al monte Telenek, ai laghetti del Torena, perché sono le uniche da me fatte.
.
1) al lago di Pisa (2446m); disl. 1050m; lasciata l’automobile alla diga (1400m circa), si sale ancora un tratto lungo la strada sterrata, fino a ché diviene pianeggiante e costeggia, dall’alto, il lago di Belviso. Si prosegue per circa 800m, fino a quando dall’altra parte si vede una bella cascata, e qui si trova il sentiero che sale a sn verso malga Frera, che si incontra a 1850m. Si prosegue per sentiero segnato, sempre salendo e stando attenti ai segni, facili da perdere, fino all’erta finale, in diagonale destra, che sale a raggiungere il sentiero alto che proviene dall’Aprica e corre pianeggiante lungo tutta la valle. Si gira a destra e si segue questo sentiero, con tratti suggestivi e, a volte, un poco esposti, fino a raggiungere la testa della valle di Pisa, sopra la quale vediamo il passo Telenek, in località malga Pisa, dove si trova a sinistra il sentiero, rivolto all’indietro, che sale verso il lago. Lo si percorre tutto fino al lago a 2446 metri. Qui ci si può fermare o proseguire per la prossima meta.
2) sul monte Telenek (2753m); disl 1400m; come che sia giunti al lago di Pisa, si traversa verso destra, attraversando l’emissario e poi un tratto di grossi pietroni, fino a giungere sotto un evidente canalone erboso (vedi foto). Lo si risale per esili tracce, che si perdono dove diviene più erto (utile piccozza, ma non la si ha); si supera l’erta con l’aiuto delle mani aggrappate ai miseri ciuffi d’erba, e si esce per traccia verso destra, giungendo in cresta. Si gira a sinistra (sulla destra abbiamo il canalone che sale dalla valle di Campovecchio), si percorre la breve cresta e si inizia a salire per pietroni e sfasciumi, per percorso libero, tenendo piuttosto a sinistra, fino alla grande spianata superiore. Bella cima, ampia e comoda.
3) ai laghetti del Torena (2134m); disl.900m; i laghetti sono tre: lago Nero (2036m), lago Verde (2074m) e lago Lavazza (2134m); ce ne sarebbe un’altro, il laghetto della Cima (2400m), ma il percorso non è ne segnalato ne indicato, e non ci son salito. Si trovano sul versante occidentale della valle, proprio sopra l’inizio (diga) del lago di Belviso. Sono molto belli e vale la pena andarci. Att.ne: il dislivello è poco, ma il giro dei laghi è lungo a sufficienza.
Si sale in macchina oltre il rifugio Cristina fino a dove la strada inizia a scendere. Si parcheggia poco prima, dove a destra parte una carrareccia, con indicazioni per il monteTorena. Si sale per la strada, fino a malga Fraitina, (1698m) dove si trova un sentiero indicato, appena fuori della strada, a sn, che è solo una scorciatoia, fino ad una malga più sopra (1900m), dove la strada finisce, e si prosegue per sentiero, che si inoltra nel bosco puntando verso sinistra. Si incrocia (facendo attenzione, perché è poco visibile), il sentiero che attraversa tutta la valle sul versante occidentale, che scende a sinistra, ma noi proseguiamo per il principale, in ambiente bellissimo e ricco d’acqua (corre tra i piedi), fino a sbucare nella grande spianata di malga Torena (2000m). Il bellissimo lago Nero è alla nostra destra. Lo costeggiamo sulla sinistra (lato monte) e continuiamo per sentiero segnato, con qualche giravolta inutile, per un bel tratto, fino a scendere in una valletta dove attraversiamo un torrente e, subito dopo troviamo a sinistra il sentierino per il lago Lavazza (il sentiero che percorriamo, qui inizia a scendere). Saliamo al lago, contempliamo a sufficienza e ritorniamo per lo stesso percorso fino a malga Torena. Qui andiamo verso sinistra, passiamo accanto alla malga e seguiamo un sentierino accidentato, che ci porta al lago Verde. Lo superiamo e saliamo dietro, per il percorso alpinistico che sale al monte Torena, e ci fermiamo su grandi pietroni per consumare il misero panino che troviamo sul fondo zaino. Ritorno per lo stesso.
nota: nei pressi del lago Nero, dalla parte di malga Torena, su alcuni roccioni si trovano strani buchi, dichiarati di origine preistorica.
.