I Prati di Nar sono un acrocoro che si stende tra gli 850 e d i 950m a Nord-Ovest di cima Spessa, nel comune di Storo, raggiungibile oggi per una bella strada asfaltata che parte a metà della strada interna tra Storo e Ponte Caffaro, che poi sale alla frazione di Bondone, oppure per l’antico sentiero (oggi 444), che parte un poco più a nord e che transita per l’antico Capitello del Vescovo.
Li abbiamo scoperti sabato scorso scendendo da Vacil su Faserno, ed oggi, in una giornata non bellissima e dopo che ieri è nevicato, ci sono salito.
Col termine “capitello” quelli di Storo, ma forse anche quelli di Idro (vedi la località Tre Capitelli) ed anche sul monte Baldo (quindi in un’area piuttosto vasta) intendono quello che a Brescia, Bergamo e nell’alto mantovano chiamiamo “santella”, che il Manzoni, nel primo capitolo dei Promessi Sposi chiama “tabernacolo” e che in italiano andrebbe chiamato “edicola”, se del termine non se ne fossero impadroniti i giornalai, così che ciascuno poi si arrangia come può….
Col termine “colma” qui nel bresciano (non so altrove) si intende il passaggio da una valle all’altra quando questo si effettua superando una catena o una dorsale aperta, quello che in italiano si chiama “colle”, al posto di “passo” o “gola” o “goletto”.
Abbiamo pertanto chiamato Colma della Spessa il punto più alto della valletta di Nar, dove, superando una dorsale aperta, si passa nella val d’Ampola, dando al luogo il toponimo dei Fienili della Spessa, che si trovano meno di cento metri più in alto.
Da Nar alla Colma si può salire per una bella strada carrabile, con ampi tornanti, oppure per il proseguimento del 444. Siamo saliti per una via e discesi per l’altra, effettuando un ampio anello, come potete vedere dalla traccia GPS.
All’uscita da Ponte Caffaro (subito dopo il ponte) si prende a destra per Bondone. Si prosegue fino a superare il ponte sul Chiese (Ponte dei Tedeschi), poi si gira a sn per Storo. Poco prima di un’ampia area di ristoro, in occasione di una suggestiva cascata, si incontra il bivio per Nar, segnalato da un cartello di legno invisibile dalla strada. Proseguendo, proprio di fronte ad una cartiera, poco prima di Storo, in alto, dieci metri sopra il piano stradale, si possono vedere le segnalazioni del sentiero 444, sulla strada ciclabile, proprio di fronte al Ponte della Scaletta (invisibile dalla strada). Si può parcheggiare al lato strada (Ovest). Saliti al ponte (stradella), si supera lo stesso (Torrente Pelvico) e si imbocca il sentiero. Il cartello indica 338m, ma è un evidente errore. Se così fosse, senza pinne e maschera non potremmo proseguire, dato che il lago è a 368m. Siamo tra i 370 ed i 400m.
Si sale abbastanza tranquillamente fino al Capitello (700m), con qualche tratto gradinato nella roccia. Qui i segni ci inducono a proseguire diritti per il sentiero, che un poco si abbassa. In realtà, sulla sn del santuarietto si stacca una strada sterrata, che porta a Nar, e che incontreremo più avanti, quasi giunti ai prati. Si tratta di una strada tagliafuoco. Poiché il sentiero da qui avanti presenta dei punti un poco critici (uno in particolare), chi vuole proseguire tranquillo prenda la strada (avendolo io percorso col bagnato ed anche con un poco di neve, forse mi è parso più brutto di quel che è, ma effettivamente il passaggio brutto è sul franato, dovendo mettere i piedi sulle radici scoperte. Il legno bagnato è spesso molto scivoloso).
Giunti a Nar, si prosegue per la strada asfaltata, poi per un tratto sentierato, fino a sbucare sulla strada Alta (che costeggia Nar dall’altra parte). Da qui si può salire alla Colma o per strada o per sentiero. Alla Colma (1300m) la strada si spiana per un tratto, fino ad incrociare quella che a sn scende in val d’Ampola, a destra sale ai Fienili della Spessa (1380m) e poi all’Alpo di Bondone, dall’altra parte di cima Spessa, da cui si potrebbe scendere a quel paesino. Comunque, qui la neve è alta (30cm) e si prosegue a fatica. Per cui, dopo un centinaio di metri sulla strada (i sentieri, indicati da un cartello, sono invisibili, sotto la neve), torno indietro a scendo non più per la strada, da cui sono salito, ma per il sentiero 444, anche se un cartello ne sconsiglia l’utilizzo.
In effetti ci si trova a tratti tra gli alberi caduti, ma si passa dappertutto, e l’unico pericolo è perdere il sentiero, talora poco segnato: nella neve spesso il sentiero non si vede, o, in alternativa, se ne vedono troppi.
Giunto sopra Nar, torno invece a valle per la strada e rientro al punto di partenza percorrendo circa 2 km sulla provinciale.
n.b. Sulla traccia GPS, l’improvvisa perdita di quota di 50m poco sopra i 1000m di quota, salendo, non è dovuta ad una voragine apertasi improvvisamente sotto i piedi, ma ad una ricalibrazione del Garmin.
Altitudine massima: 1308 m
Altitudine minima: 365 m
Totale salita: 1000 m
Totale discesa: -1050 m