Essendo saliti sui monti di Tenno la settimana scorsa (monte Calino), ed essendoci trovati soddisfatti per la bellezza dei luoghi, ed anche perché siamo sempre alla ricerca di itinerari nuovi che non siano, ahimè, troppo impegnativi -causa età-, avevamo individuato, via Internet, tre altri obiettivi in zona: il monte Biaina (1413m), salendo da Treni (835m), passando per la Bocca di Tovo (vedi relazione del Calino, qui sopra); il Bivacco Nardis (1784m), partendo dal passo del Ballino (760m); la Casina Cogorna (1615m), sempre dal passo del Ballino, attraverso il sentiero delle Salere, con possibile giro ad anello tra i due. Scartato il primo, perché un po’ corto, ci eravamo orientati sugli altri due, con preferenza per il Nardis, per l’incertezza dataci dal sentiero delle Salere, che risulta chiuso per misura prudenziale, anche se dichiarato agibile da una pubblicazione del comune di Fiavrè (in effetti la salita ufficiale alla Casina Cogorna parte dalla frazione di Cornelle). Ma a mezza settimana ci è giunta notizia, sempre via Internet, del sopraggiungere, proprio sabato, del gran freddo, con temperature previste di -2° a Tenno, e vento a 30 nodi in quota. Temendo di trovarci in un freddo siberiano, su sentieri non noti, sempre causa età, dirottiamo su una meta più semplice, il monte Vender (1508m), partendo dal lago di Tenno (590m): 900m di salita senza troppi problemi.
Arriviamo così al grande parcheggio davanti al Club Hotel del lago di Tenno. Il parcheggio (ore 7.45) è vuoto, ma cartelli minatori ci avvertono che occorre sborsare 15 euro per parcheggiare (o 2/h). Colti da disperazione, proviamo a fare un giro dei paraggi, e scopriamo, a 300m di distanza, sulla strada per Pranzo-Campi, un bello spiazzo vuoto e gratuito (quando scenderemo, verso le 14, tutti i posti, gratis o a pagamento, sono bellamente strapieni). Per quanto riguarda il freddo previsto, ci sono 5°, senza vento, vai a fidarti delle previsioni: in effetti il vento comincerà verso i 1000m, mentre a 1450m, a nord, troviamo un po’ di neve e terreno gelato.
Il sentiero per il Vender parte proprio a livello dell’Hotel, a fianco di una casetta. Il sentiero è il 445, ed un cartello ci avvisa che è per EE e risulta chiuso. In effetti, però, questo sentiero, passando per il Vender, prosegue poi per Bocca di Trat ed il Rifugio Pernici, e penso che il tratto bloccato sia successivo alla vetta del monte, nel pezzo che va dal Vender a sopra la Bocca Magnone, cioè alla dorsale che scende dal Pichea e che divide la Valle del Magnone, che scende proprio lì dove partiamo, da quella del torrente Gamella, che scende su Campi.
Il tratto da Bocca di Trat alla dorsale Magnone (sentiero della Regina), lo ho già percorso altre volte, ad esempio scendendo dal Pichea (vedi traccia), e lo ho trovato faticoso, ma non pericoloso né esposto. Pertanto penso che il tratto esposto sia quello immediatamente successivo al Vender. Percorrendo quel tratto si potrebbe raggiungere Bocca Magnone e discendere proprio lì dove siamo. Ma di questo sentiero non parla nessuno, né è indicato sulle carte (potete vederlo, però, sulla mappa GPS qui sotto).
La salita al Vender, comunque, si effettua per vecchi percorsi militari, con una pendenza costante del 20%, sempre ben indicata. Un tratto è cementato, tra il primo incrocio con una strada forestale (strada Clocia-Magnone) e una casina, poco sotto la radura di Carcion (1150m), unico punto di ristoro su di un percorso continuo ed assillante. Solamente per un breve tratto nel bosco la mulattiera divien sentiero, ma senza particolari problemi.
Solo nel raggiungere i Prati di Vender (un gran tratto pratoso che copre le due vette del monte), sul versante Nord del monte, dove troviamo uno spruzzo di neve, la strada-mulattiera divien sentierino quasi invisibile, che dapprima sale diritto nel prato per portarsi al primo paletto segnalatore, poi costeggia da Nord la dorsale erbosa (che può essere salita direttamente), per sbucare presso la prima delle due cime consecutive. Poi il sentiero scende per una ventina di metri, e inizia il tratto per il Pernici, ovvero per una salita diretta al Tofino (Vertical del cacciatore). Dalla vetta si vede il Corno e la Mazza di Pichea, ma non il Tofino, nascosto da una parete avanzata. Per il resto, panorama delle grandi occasioni, per la giornata limpidissima. Di fronte a noi, il Misone. Sulla sua destra lo Stivo e poi l’Altissimo di Nago. Più lontano, innevati, la Vigolana, col Becco di Filadonna, il Pasubio, il Carega, con davanti Cima Levante.
Qui però soffia un vento gelido, ed è impossibile fermarsi. Ritorniamo fino a Corcion, dove mangiamo nel prato (panchina conviviale). Ritorno per lo stesso, con vista costante sul lago di Tenno, che alla salita non abbiamo mai visto, restandoci sempre dietro le spalle.
p.s. Nel primo tratto di salita, il Garmin ha dato i numeri, costringendomi ad una drastica correzione, tra l’altro con pessimo risultato. Vale pertanto la traccia del percorso di discesa, uguale a quello di salita.
Altitudine massima: 1544 m
Altitudine minima: 585 m
Totale salita: 996 m
Totale discesa: -1015 m