Col nome di val Lagarina si intende l’imbocco della valle dell’Adige, limitata dalla chiusa di Ceraino a Sud, fino quasi a Trento, compresa, grossomodo, tra il Baldo ad Ovest e la Lessinia ad Est. Il nome deriverebbe dal fatto che questa zona era resa paludosa dalle inondazioni dell’Adige, fino a quando la chiusa di Ceraino fu allargata a cura del vescovo di Trento, nel 1700.
Lo sbocco della valle nella pianura fu difeso da poderose fortezze già dagli austriaci (forte di Rivoli o Wohlgemuth, forte di Ceraino, o Hlawaty, forte di Monte, o Mollinary. Queste furono poi riattate dagli Italiani, dopo la conquista del Veneto (1866) e prima della Grande Guerra, con il riposizionamento dei cannoni. Inoltre furono aggiunte altre fortezze, come quella di Masua, a Nord del monte Pastello, ad Est dell’Adige, e quella di S.Marco, sul monte Cordespino, ad Ovest del fiume.
Un altro forte austriaco, ora semidistrutto, fu il forte dell Chiusa, mentre dagli Italiani furono costruiti anche la Tagliata di Incanale a Rivoli, i forti Cimo Grande e Naole.
Salendo al monte Pastello da Ceraino, si incontrano sulla strada i forti Hlawaty e Mollinary, mentre si possono ammirare dall’alto il Wohlgemuth, la Tagliata e il S.Marco.
Le fortezze austriache si caratterizzano per la bellezza architettonica e per la cura costruttiva, tutte in pietre di marmo rosso di Verona, perfettamente tagliate e squadrate, come per un palazzo signorile.
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