Orti della Regina sul Brenta, con GPS

Gli Orti della Regina sono un grande acrororo, cioè uno spiazzo pianeggiante, lungo circa mille metri e largo forse duecento, che si stende tra i 2300 e i 2350m, ai piedi della parete ovest della Pietra Grande (2935m) la montagna a Nord del passo del Grostè

La grande spianata degli Orti è circondata da erte pareti da tre lati, mentre verso ovest cade per un ripido pendio, solcato da lunghe cordonature rocciose.

La si raggiunge abbastanza facilmente (cioè poca esposizione e moderato uso di mani), dal rifugio Graffer (2251m), per il primo tratto del sentiero che porta al passo dei Tre Sassi in val Gelada, e che incontra il sentiero attrezzato Gustavo Vidi, poco sopra gli Orti.

E’ rinomata per i suoi fiori, ma noi ve abbiam trovati assai pochi, e per alcuni interessantissimi residui fossili, che abbiamo fotografato per voi, resti di quando Madonna di Campiglio, anziché località montana, era una notissima stazione marittima, con spiagge, ombrelloni, sdraio e bagnini.

Per raggiungerla, la via più comoda è la salita al passo del Grostè (2450m circa) con la cabinovia, che vi scodella al rifugio Stoppani, poco sotto il passo. 

Dal rifugi saliamo in breve al passo per rivedere l’endemismo locale, la Gentiana brentae, che potete trovare proprio sul crinale, da non confondersi con altre due specie qui presenti. Poi discendiamo, un poco per strada, un poco per prati, fino al rif.Graffer, duecento metri sotto.

Dal rifugio si prosegue per la strada in discesa fino al primo tornante, dove si trova la partenza del sentiero, subito in salita per i primi 50 metri.

Al termine della salita, troviamo indicata sulla destra la malga Vagliana, percorso che sceglieremo al ritorno, pur avendo già pagato l’andata e ritorno in cabinovia, che pensavamo di riprendere duecento metri più in basso, alla stazione intermedia.

Dopo un primo tratto pianeggiante, si giunge ad una sorgente e poi ad una scaletta di pochi metri, parte in pietra, parte in cemento, un poco umida e da salire con attenzione (ci si attacca comodamente con le mani sulla destra).

Dopo la scaletta inizia un tratto più alpinistico: il sentiero, spostandosi con continuità verso sinistra, supera una dopo l’altra una serie di basse cordonature rocciose che sembrano ai più inesperti, come noi, impossibili da superare. Invece, le si supera benissimo, per tratti ben gradinati, fino a giungere appena sotto i piani degli Orti, dove il sentiero sembra scendere, mentre è decisamente meglio salire direttamente a sn per la bella paretina gradinata, fino a riprenderlo 5 metri sopra. Da qui in pochi passi si è sull’acrororo.

Qui, invece di proseguire per il bel sentiero, abbiamo girovagato in cerca di un preciso fiore che ci era stato segnalato, senza trovare alcunché di interessante, tranne i fossili di cui già detto.

Al ritorno siamo rientrati per il bel percorso Dos del Sparaver (2140m), malga Vagliana (2000m circa), malga Vaglianella (1860m) e partenza della cabinovia, dove avevamo parcheggiato.

 

Distanza totale: 12502 m
Altitudine massima: 2445 m
Altitudine minima: 1688 m
Totale salita: 260 m
Totale discesa: -1016 m
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