La val Martello, convalle della val Venosta, cade da Sud su Laces-Latsch, località ad Ovest di Merano. Bellissima valle con bellissime cime, servite da sentieri ben tenuti. Ottime sistemazioni alberghiere ed in rifugio. Vi sia sale in automobile fino a 2000m, dove, superato il bel lago di Gioveretto-Zufrittsee (1850m), si parcheggia a pagamento, se non si pernotta lì od in rifugio.
1) Hintere Schöntaufspitze- Beltovo di Dentro (3325m).Val Martello (BZ). Si sale per la valle fino al termine, a 2000m, dove si parcheggia (a pagamento se non si pernotta). Dal parcheggio si prende la strada sterrata che sale al sovrastante rifugio Corsi (2265m). Qui giunti si va verso la chiesetta e si arriva al bordo dello spiazzo, dove il, sentiero scende un tratto, per poi risalire nella val Madriccio, che scende da Ovest. Si risale la valle, per sentiero segnato, attraversando, più sopra, il torrente su un ponticello e continuando sul lato destro (sn orog) fino a 2800metri, dove si apre una amplissima conca ricca di acque. Si attraversa e poi si gira a sinistra, risalendo un costone detritico, erto ma ben sentierato, che conduce al passo di Madriccio –Madritschjoch (3123m). Qui si gira a destra e si sale per sentiero segnato, in taluni punti con qualche attenzione, prima ad una anticima e poi alla vetta. Bellissimo panorama su Gran Zebrù ed Ortles.
2) Vordere Rotspitze- cima Rossa di Martello (3033m). Val Martello (BZ). Questa cima apre sulla sinistra (dx orogr) il tratto superiore della valle, che sopra il rif. Corsi, gira verso Sud-Ovest e sale al Cevedale – Zufallspitze (3757m). Dall’ultimo parcheggio in cima alla valle si segue la strada, che attraversa il torrente su di un alto ponte, girando a sinistra, e si trovano le indicazioni per la vetta, che si seguono pazientemente, nei vari incroci che si incontrano. Il sentiero è molto ben tracciato e segnato (nr.31). Ci si innalza sulla sponda boscosa del monte, fino ad uscire all’aperto, di fronte al rifugio Corsi, che si vede da lontano. Si continua a salire per bel sentiero, con varie giravolte per superare i costoni rocciosi, fino sotto la vetta, dove si deve rimontare un ghiaione, su percorso ben tracciato, fino ai piedi di un canalone detritico, molto ripido, la cui base si attraversa da sinistra a destra, per salire sulla destra, contro le rocce, con il provvido aiuto di una bella corda metallica. Dalla vetta magnifico panorama. Scendendo, appena usciti dal canalone, poco sotto, si può prendere la deviazione a sinistra, scendendo al goletto sottostante, e prendere il sentiero 37a, che porta al rifugio Martello – Martellhütte, per un percorso molto bello e caratteristico, che descriviamo qui sotto.
2a) al rifugio Martello per la via dei ghiacciai. Dai piedi della Rotspitze si prosegue costeggiando il monte sulla sinistra, verso Sud-Ovest (sentiero 37a), con alcuni saliscendi, passando accanto a bei laghetti alpini e alla testata di estesi ghiacciai che scendono da cima Venezia (3396m). Paesaggio impressionante e bellissimo. Alla fine di un lungo tragitto, si arriva al rifugio Martello (2610m), da dove si ridiscende in valle, tornando al parcheggio, passando dal rif.Corsi, o per la variante destra di valle.
2b) girovagando sopra il Corsi. Dal rif.Corsi parte, verso sn, verso Sud-Ovest, il sentiero che risale la valle andando verso il rif.Casati ed il Cevedale, ma anche al rif.Martello o alle mete offerte dall’alta valle. Lo si può seguire quanto si vuole, in ambienti di rara maestosità. Postiamo alcune immagini, riprese in un breve girovagare, riposando tra una cima e l’altra.
3) Kalfanwand- Croda della Calva (3061m). Val Martello (BZ). Sorge a Nord-Ovest dei parcheggi in cima alla valle, sulla sponda sinistra orog. della valle di Peder, su cui cade verso Ovest con lunga parete a picco, mentre verso Sud e Sud-Est scende con pendenza dolce e con prati erbosi, per cui il sentiero che vi sale lungo la cresta Sud è per tutti.. Facendo riferimento al bel albergo-rifugio Enzian (Genziana), si torna indietro sulla strada per un centinaio di metri, fino a trovare una sterrata che sale a sinistra ad un gruppo di baite, con bella Croce. Si superano le case e si prosegue fino ad un bivio, dove si prende il sentiero 39 per la Croda, che giunge in breve alla malga Peder o Stieralm (2252m). Si prosegue con traversone verso destra, salendo fin sotto il Pederköpfl, Testina di Peder, (1535m), un promontorio che sporge dalla montagna, ornato da strane pietre. Qui si gira a sinistra, aggirando in piano il cocuzzolo di Peder, e portandosi ai piedi della lunga cresta Sud. Si abbandona il sentiero che prosegue in piano verso la Schild-Hütte, nella Pedertal, e si prende la deviazione a destra per la vetta. Si sale, senza particolari difficoltà, fino all’omone di vetta. In vetta, fare attenzione a dove si mettono i piedi, per la presenza di fessure a baratro, tra i pietroni: non son pochi gli sventati che vi hanno perduto la verginità di stinchi e caviglie. Ultima nota: inutile chiedere di Peder, è sempre di Fuori.
4) Madritschspitze- cima Madriccio (3265m). Val Martello (BZ). Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, non si sale a cima Madriccio dall’omonima valle e passo, sul quale la cima incombe, dirupata, da sinistra (Sud), valle che abbiamo salito per raggiungere cima Beltovo, ma la si aggira da Sud, risalendo la valle principale sopra il rif.Corsi, fino ad un notevole salto, che immette alla Vedretta Lunga-Langenferner, dove si gira a destra, abbandonando il percorso per il rif.Casati e risalendo la costa del monte, dapprima ripida, poi più dolce, portandosi sotto la vetta lungo la Butzental, che sale da Sud. Sotto la vetta la salita si fa un poco più aspra, ma senza difficoltà di rilievo. In vetta è prudente non sporgersi, visto che, verso Nord, cade a picco. Qui documentiamo una salita con sci, nel mese di Aprile. Al ritorno, poco sopra il Corsi, incontro con il Gipeto.
5) rifugio Casati (3269m), dalla val Martello (BZ). Anche questa è una salita con sci, il giorno dopo alla precedente a cima Madriccio. Dal rif. Corsi si segue la valle sempre in direzione Ovest-SudOvest. La salita è normalmente dolce, salvo il salto verso i 2500m, che immette alla vedretta superiore Langenferner. Qui si continua piuttosto dolcemente fino al rifugio. I più ardimentosi ne approfittano per proseguire fino al Cevedale. Noi, spompati, li aspettiamo in rifugio, di fronte ad una pastasciutta, di breve durata. Dal rifugio, che sorge al passo del Cevedale, sguardo in Valtellina al sottostante rif.Pizzini, da cui sono salito innumerevoli anni prima, dopo una notte in tenda.
6) laghi Giallo e Verde (2715m) al Gioveretto. Traccia GPS. Passeggiata di medio impegno (800 metri di dislivello), in ambiente bellissimo. Il sentiero prosegue poi per cima Gioveretto (Zufrtittspitze- 3439m), ma qui si fa difficile, per alpinisti, con passaggio su vedretta e breve tratto di II grado. Comunque io sono salito fino ai 3000m (dove il sentiero gira decisamente a sinistra, e sale un erto pendio di sfasciumi), senza alcuna difficoltà. Si parte a fondo lago del Gioveretto, (1885m), dove si trova un bel parcheggio, nei pressi di un Hotel (cartellone con evidenziati i percorsi principali); si segue brevemente la strada che costeggia il lago dal lato orientale, poi si prende a destra per il segnavia 17, che sarà sempre ben indicato fino ai laghi. Verso i 2400m si entra in una bella conca, dove ci si sposta verso sinistra, salendo il versante erboso, fino a tornare a destra sul macereto per gli ultimi metri. Qui un breve tratto in leggerissima esposizione. Si arriva al lago Giallo (meglio evitare il segnavia per il Verde). Il lago Verde è dall’altra parte della collinetta morenica, sulla sinistra del lago. Ci si può salire da sin e seguirla fino a tornare al sentiero. Continuando a salire per il sentiero (cartello minatorio, che lo definisce per alpinisti), ci si porta ad una spalla sovrastante i due laghi, dove sono visibili entrambi. Continuando a salire su sentiero ben tracciato, ai piedi della bella piramide della cima Fontana Bianca, si giunge in una conca rocciosa verso i 3000m, dove il sentiero gira a sn e sale faticosamente su morena. Qui l’escursionista sfaccendato giudica di averne abbastanza, e torna a valle.
7) Punta di Lasa (3305m), con GPS. Questa (Laaser- oder Orgelspitze) è la prima vetta sopra i 3000m che si incontra sulla destra (sn orog.) della val Martello. La cresta Nord-Est, che delimita la valle da quella di Lasa, degrada velocemente, mentre la vetta si erge di almeno 300m sopra la cresta Sud-Ovest. Da ogni altra parte cade a picco, compresa la pala Sud , da dove si sale, che però è formata da grandi massi che permettono un percorso sempre sicuro, seppur erto. Pertanto, questa cima svetta ardita da qualsiasi parte la si guardi. Si tratta di una montagna silicea, come tutte quelle di questa zona, ma percorsa da una bella vena di marmo bianchissimo, che fece la fortuna di quei di Lasa, che lo ricavano dalle pendici della Croda di Jenne, a Nord della punta di Lasa.
Benchè le carte indichino una bella via di salita da Nord, dalla valle di Göflaner, non trovo in Internet alcuna indicazione che corrisponda a tale percorso, mentre tutti indicano come punto di partenza la località di Stallwies (1936m), in val Martello, dove sorge anche un bel ristorante, e si trova un capiente parcheggio.
Risalendo la valle si giunge alla frazioncina di Gand, Ganda di Martello, dove un cartello indica, sulla destra, il paese di Martello. La strada sale verso dx, ma, raggiunto il piccolo centro, curva a sn (qui si trova l’indicazione per Stallwies-hof) e sale per diversi tornanti. Poi gira decisamente a sn e risale con lieve pendenza verso Sud-Ovest, fino agli ultimi tornanti proprio sotto la meta. La strada è sempre asfaltata e abbastanza larga da permettere una agevole incrocio con almeno una capretta. Attenti a non perdervi, come ha fatto il sottoscritto, nelle stradine campestri di servizio alle numerose malghe o masi della zona, rimesso in carreggiata da una cortese indigena.
Una volta parcheggiati accanto ad un pittoresco mulino ad acqua, si prende a sn per un viottolo e poi ancora a sn sul bel sentiero N.5 che vi porterà fino in vetta. Poco dopo si passa per un bellissimo bosco di vecchie conifere, seppur malate. Poi si continua a salire fino ad uscire dal bosco. Sul percorso, numerose, belle fontane ricavate da tronchi, l’ultima delle quali è verso i 2700m. Non occorre pertanto partire carichi di acqua, come ho fatto io. Il sentiero è sempre ben tracciato, anche se talora un poco erto, e, giunti a 2350m (bella fontana con tavola), gira a sn, sale per un erta erbosa e poi di nuovo a dx, sempre su erba. Dopo i 2700m diviene ancor più erto, fino a sbucare, a 2900m, in un grande tavolato pietroso. Qui si può vedere la vetta, alta alla vs destra. Occorre però attraversare in piano la grande conca, risalire fino ad una dorsale, dove si piega a dx e si comincia ad arrampicarsi tra i massi. Si superano così facilmente due salti di 50m ciascuno, intervallati da brevi pianori, giungendo finalmente in un’altra conca, a 3000m, che porta proprio sotto la rampa finale. Qui il sentiero, zigzagando sapientemente e sfruttando la scarsa scivolosità del siliceo, si precipita verso l’alto, con una pendenza media di 120 gradi (Farenheit). Alla fine, quando la pendenza rischierebbe di ribaltarvi all’indietro, giunge alla cresta Sud-Ovest, dove divien più dolce. Un breve passaggio su rocce, che può essere superato in vari modi (io ho semplicemente allungato la gamba, con una piccola prolunga che porto sempre con me), ed ecco aprirsi per voi il largo spiazzo di vetta, dove dovrete farvi largo tra i mucchi di indumenti lasciati per terra dai gitanti arrivati prima di voi, e bivaccanti qua e là.
Malgrado la descrizione un poco terrificante, la salita non è difficile, soprattutto perché non (o poco) esposta. E’ però molto erta, e pertanto da evitare se ghiacciata. Fino alla conca sotto la vetta (3000m) è per tutti, poi per EE.
Sono 1370m di dislivello, non troppi né troppo pochi.
Se siete dotati di piede fermo, assenza di vertigini, naso o zanne di elefante, dente di lupo, occhio d’aquila, gamba di cicogna e tromba di zanzara, od anche solo di una di queste qualità, proseguite tranquilli; altrimenti, fate un poco di attenzione.
In discesa, appena partiti, attenti a mantenervi in direzione della cresta Sud-Ovest, da dove siete saliti, perchè una traccia sulla sn può ingannarvi (la maledetta ha ingannato pure me), portandovi su un salto roccioso (tornare indietro per pochi metri)
8) la valle di Peder è bellissima e merita una visita solo per ammirare lo spettacolo che vi offre la Natura. Vi sono salito quasi casualmente, avendo esaurito il giorno prima la mia voglia di fatica con la punta di Lasa , ed aspettandomi il viaggio di ritorno con la giornata torrida di inizio agosto.
In realtà, la Pedertal offre un ampia cerchia di monti che ne contornano la testata, di cui due raggiungibili per sentiero segnato: la Plattenspitze, o cima delle Laste (3422m), e la Schildspitze, o punta dello Scudo (3461m); inoltre una vasta scelta di Punte di Peder, di Dentro, di Fuori e (mi si perdoni l’ardire) anche di Mezzo (Innerer, Ausserer und Mitteler). A differenza del Beltovo (Schoentauf), che, invece, si offre Davanti e Didietro (Vorderer und Hinterer): capiscili tu i gusti dei Martellesi!
Noi abbiamo seguito il sentiero delle Laste, fino a circa 2700m, e poi ci siamo fermati a girovagare per gli splendidi laghetti che qui si trovano, coperti da una vastissima fioritura di Eriophorum scheuchzeri.
In cima alla val Martello, appena prima dell’albergo-rifugio Enzian (Genziana), a 2000m, si stacca una carrareccia indicata per malga Lyfi e altro. Dopo 100 metri si passa tra una malga ed una stalla, si gira a sn e si trova subito il sentiero che si stacca per la val di Peder. Si sale per circa 200m fino alla sn del torrente, poi si cala all’indietro ad un bel ponticello, si risale dall’altra parte fino ad incontrare un largo sentiero che proviene sempre da malga Lyfi. Ci si addentra nella valle, costeggiando sulla dx il bel torrente, tra bellissime fioriture gialle di Saxifraga aizoides, fino ad arrivare ad una lunga piana (Peder-Alm), tra larghe macchie di Aconitum napellus, velenosissimo e bellissimo. Verso i 2300m si trova il bivio per Punta Scudo a dx e cima delle Laste a sn. Non potendo affrontarli contemporaneamente, siamo andati a sn, risalendo fino ad un bel lago a 2600m e poi uno superiore, a sn del sentiero che prosegue più erto, a 2700. Stupendo! Provare per credere. Camosci curiosi sopra di noi.