la val Dossana (o Nossana) cade da Nord su Ponte Nossa (da cui il secondo, erroneo, nome, che, però, viene attribuito al torrente che vi scorre, e che alimenta l’acquedotto di Bergamo). Valle molto bella (seconda solo, in questo, alla val Vèrtova), circondata da pareti a picco e percorsa da sentieri ricchi di fascino. La valle sale verso Nord fino a circa 900 m, alla località baita Manzone, dove si divide in due: a destra si stacca la val Gorgolina, che sale alla baita Valmora (1723m) e Camplano (1826m), passando per la cascina Rinati (1355m); continuando nel solco principale, verso Nord si sale al bivacco Santamaria in Leten (1765m), passando alla Beita de Sura (1296m), riattata a bivacco; da questa località si può, girando a dx, salire a baita Fop (1597m).
Non si sale in val Dossana da Ponte Nossa, perché l’antico sentiero vi è stato interrotto, ma da Premolo, ad Ovest, o da Parre ad Est. Ma da Parre occorre scendere, perdendo quota, per cui io conosco solo l’accesso da Premolo.
1) in val Dossana fino alla “Beita de Sura” (1296m). Questa baita costituisce molte volte una meta di escursioni, perché qui generalmente, in primavera, inizia la neve, molte volte in modo proibitivo per ulteriori salite. A Bratte di Premolo (716m), subito dopo il paese, si trova un parcheggio sulla sinistra. La strada per la val Dossana parte immediatamente sotto il parcheggio, a destra. Immediatamente, una lapide beneaugurante ricorda le morti accidentali della val Dossana, che, in effetti, è ricca di Croci e lumini.
Qui inizia un percorso pressoché pianeggiante, per circa tre km, fino a raggiungere il fondo valle all’intersezione con la val Gorgolina e la baita Manzone (876mm). Meta intermedia è la baita Loa, in un bel prato, dove la strada, da mulattiera divien sentiero. Aggirando questa baita a sn, si passa in un luogo notevole: ruderi interessanti. Alla baita Manzone, che si trova alta a sn del sentiero segnato, ma è un luogo bellissimo, che merita una deviazione (proseguendo dietro la baita si può rientrare nel percorso, ma solo se si sa la strada), il percorso, attraversato il torrente, inizia a salire lungo la valle, prima a dx, poi a sn, con due cambi di versante, fino a che si porta sotto la baita di Sopra, sulla destra, in un bel bosco, dove si trova “il gigante della val Dossana“, un maestoso faggio. Dopo 10 minuti si giunge alla “Beita“. Qui il sentiero scende un attimo sulla destra, fino al torrente, che scavalca, riprendendo a salire verso Leten. Alla baita, andando verso destra, un percorso dapprima pianeggiante, porta ad un sentiero non segnato che sale alla baita del Fop.
2) “el senter del Menadur“ (non si tratta di un energumeno che picchiava gli innocenti passanti, ma del “minatore” locale). Subito dopo Premolo, nel tratto iniziale del percorso della val Dossana, si trovano alcune deviazioni a sn, per luoghi notevoli, indicati (es. luogo archeologico). La prima di queste deviazioni conduce alla “Porta del Menadur” ed al successivo sentiero, scavato nella roccia e sorretto da muri a secco. Si sale nel bosco, e si attraversano due valloni torrentizi, in modo piuttosto avventuroso. Poi il sentiero, seppur ardito, è sempre bello. La “Porta” è un luogo munito di panchine dall’aspetto preistorico, su cui non è prudente sedersi. Subito dopo inizia un percorso molto bello, che doveva servire al minatore in oggetto a raggiungere direttamente il luogo di lavoro. Alla fine della salita, si entra nella Vall’ Acqua, un tratto pianeggiante che costeggia sulla sn il torrente Acqua (nome originalissimo, che indica in modo inconfutabile quel che potete trovarvi). Verso il fondo, si trova a sn una deviazione indicata per il bivacco GAEN, sulla costa di Belloro. Più avanti il sentiero si biforca, ma entrambe i rami portano al prato della m.ga di Vall’Acqua, che apre i percorsi al Golla o al Telini.
3) a Santamaria di Leten (1765m) per la val Dossana. Giunti alla “Beita de Sura” per il percorso 1), si prosegue, scendendo per un breve tratto al torrente, che si supera e si costeggia per circa 300m. In prossimità della confluenza di due valloni, il sentiero gira a sinistra, all’indietro, ed inizia a salire fino a chè, rigirando a dx, si inoltra nel bosco, sempre salendo con decisione. Terminato il bosco, si giunge su terreno aperto, sulla sinistra del torrente che scende da Leten. Dopo ulteriore salita, costeggiando il vallone si giunge in breve al devoto bivacco.
4) alle baite Valmora e Camplano (1723 -1826m) per la val Dossana. Giunti nei pressi di baita Manzone, prima di scendere a dx al torrente, si prende per la deviazione (indicata) a sn, che porta dopo pochi metri ad una bella fontana. Si prosegue per la val Gorgolina, per bel sentiero, fino al cascinetto Costa Bruciata a 1067m, dopo il quale si sale a stretti tornanti fino a 1200m, si scende nel vallone a dx (attenzione!) e si attraversa il corso torrentizio, talora secco, talora pieno di neve. Si risale dall’altra parte e si raggiunge un’altra malga (cascinetto del Rinati – 1365m). Si continua un tratto, paralleli al torrente, basso sulla sn, poi si gira a dx e si sale sulla costa fino a rigirare a sn e sbucare nell’ampia conca di Valmora. Girando a sn si sale a Camplano, in fondo a destra, a Leten.
Il sentiero segue un acquedotto, che scende dalla sorgente di Valmora a 2000m, e che porta o portava l’acqua fino a Bergamo. Ambiente selvaggio quant’altri mai.