la valle di Coca

la valle di Coca cade a perpendicolo sul fiume Serio, subito ad Est di Valbondione, da NNO, cioè da Nord a Sud, con leggera inclinazione verso Est, scendendo. A circa 1900m, dove sorge il rifugio Coca (1892m), che si affaccia a sbalzo su Valbondione, si adagia leggermente, e sale con meno inclinazione fino allo splendido lago di Coca (2108), disteso tra il pizzo Redorta (3038m) ad Ovest ed il pizzo di Coca (3050m) ad Est.. Poi si impenna nuovamente, fino a terminare con il passo di Coca a 2645m.

Dal rifugio Coca passa la variante bassa del sentiero delle Orobie, proveniente da Ovest dal rifugio Baroni al Brunone, e che prosegue ad Est verso il rifugio Curò, passando dal passo del Corno (circa 2200m). La salita al rif.Coca con discesa dal Curò è un bel giro consigliato, che io non ho fatto.

Dal lago di Coca passa invece la variante alta, che scende ad Ovest dal Simal (2616m) e prosegue ad Est risalendo alla bocchetta dei Camosci (2719m, tetto del sentiero), che costituisce anche la via di accesso normale al pizzo di Coca. Dalla bocchetta dei Camosci il sentiero scende poi al laghetto di Valmorta (che vedremo più avanti), da dove raggiunge il lago Barbellino artificiale dove sorge il rif.Antonio Curò (anche queste varianti mi sono sconosciute).

Dietro il lago di Coca partono, sulla sinistra, vertiginosi canaloni che, innevati, costituiscono vie di accesso per gli impavidi al pizzo Redorta e alla Punta di Scais (3038m), dove è caduto da non molti anni l’alpinista Mario Merelli, di Lizzola.

.

1) al rifugio Coca (1891m). Giunti a Valbondione, si entra nel paese, risalendo per la strada principale, fino ad incontrare, in centro al paese, l’indicazione per il rif.Coca sulla sinistra. Si prende una strada pianeggiante, che attraversa la frazione di Sambughera, subito dopo la quale si parcheggia dove si può, lungo la strada. Si prende un sentiero indicato, che si stacca sulla sinistra, scende nel letto del Serio, che attraversa su ponticello, ed inizia a risalire il versante opposto. Dopo un’oretta di salita nel bosco (tralasciate due deviazioni sulla destra, per Grumetti), il sentiero gira a destra e si porta sul fondo del vallone, dove ora si trova un bel ponticello che permette l’attraversamento del torrente Coca e la salita dall’altra parte per sentiero parzialmente cementato ed attrezzato. Si raggiungono alcuni manufatti ENEL, superati i quali, giunti alla sommità del vallone, si attraversa di nuovo il torrente sulla sinistra, ci si porta sotto il rifugio e lo si raggiunge da dietro. Prima dell’ultimo attraversamento, si diparte sulla destra il sentiero delle Orobie per il Curò (variante bassa).

2) il lago di Coca (2108m). Meta inevitabile, salendo al rifugio. La postiamo a parte per eccesso di immagini. Splendido laghetto, allietato dalla magnifica viola di Comolli, endemismo bergamasco. Dal rifugio si risale la valle per comodo sentiero, prima superando un gradino, poi per un tratto quasi piano, infine l’ultimo strappo su sfasciumi, fino alla stretta dopo la quale si apre un’ampia conca che ospita il lago. All’inizio del laghetto, a destra parte il percorso per la bocchetta dei Camosci (rif.Curò), a sinistra scende il sentiero che proviene dal Simal (rif.Baroni), variante alta del sentiero delle Orobie.

3) Coca con neve. Gita al lago di Coca, ancora, parzialmente, immerso nella neve.

4) stambecchi al Coca. Il lago di Coca ed i dintorni del rifugio ospitano una nutrita colonia di stambecchi.

5) il passo di Coca (2645m). Dopo il lago di Coca ci si addentra nella lunga spianata ghiaiosa, seguendo i segni bianco-rossi, che, dapprima portano verso sinistra, dove si inizia a salire. Qui è possibile sbagliarsi, perché vi sono numerose tracce che portano ad attacchi di vie alpinistiche, che conducono troppo in alto. Invece, il sentiero segnato gira verso destra e sale con un lungo diagonale verso un intaglio detritico che scende dall’alto e che va superato con qualche difficoltà (oppure lo si risale fino in cima). Poi il sentiero prosegue con bei tornanti, anche se ripidamente, fino a sotto il passo, dove di debbono superare circa cinquanta metri aiutandosi con le mani. Dal passo, dall’altra parte non si vede niente, perchè la valle gira subito verso destra, dove sorge il bivacco Corti (2499m).