la valle di Fiumenero

la valle di Fiumenero (o Fiume Nero) cade da Nord su Fiumenero, frazione di Valbondione a circa 800m. E’ la prima convalle destra della Valseriana con questo andamento, perché a Fiumenero la valle principale gira verso destra (Est), risalendo verso Valbondione, ultimo comune di valle. La valle di Fiumenero sale fino a circa 1400m, stretta e selvaggia, dove si apre in una grande conca verso Ovest (conca della cascina di Campo), e la valle si biforca a T, con un ramo che punta decisamente ad Ovest (valle del Salto) ed uno ad Est (val dell’Aser), mentre il percorso principale sale pressapoco in centro, fino a giungere al rifugio Baroni al Brunone.

Appena sopra il paese, il torrente si presta ad attività di canyoning.

Il rifugio Antonio Baroni (2295m) è il più alto della zona, ed anche il più difficile da raggiungere, essendo il percorso il più impegnativo e lungo. Da qui passa il sentiero delle Orobie Orientali, che proviene da Sud-Ovest dal rif.Calvi, in val Brembana, e prosegue fino al rif.Coca, sopra Valbondione. Dal Baroni al Coca il sentiero è doppio: quello Alto che passa dal colletto del Simal, a 2635m, impegnativo ed alpinistico, e quello Basso, che una volta era più facile, ma che ora è forse ancor più impegnativo per una frana che lo ha irrimediabilmente interrotto nell’ultimo tratto (tra la salita all’Avert ed il Coca), con una variante ancora non adeguatamente sistemata.

 

1) i battacchi di Fiumenero. Visitando il piccolo centro, si possono notare numerosi curiosi battacchi, segno evidente di una tradizione più antica. Ne mostriamo solo poche immagini, per chi volesse sbizzarrirsi maggiormente.

2) la casina del Campo. Salendo per il percorso principale che va al rif. Baroni, giunti a 1400m circa, uscendo da una lunga stretta della valle, si apre sulla sinistra una grande conca, sovrastata dal Diavolo di Tenda. La conca si può visitare, abbandonando il percorso principale; essa dà accesso ad una salita nella valletta finale (valle del Salto), verso dx, che porta a degli impianti ENEL, da cui si può ritornare in piano al sentiero principale, seguendo una condotta (non ho percorso questo giro, ma ne ho solo sentito parlare da escursionisti incontrati). La conca vede sorgere al centro la casina del Campo (1380m), che può essere di per sè meta di brevi gite, comunque in ambiente selvaggio e affascinante.

3) al rifugio Baroni al Brunone (2295m). A Fiumenero (800m) si parcheggia davanti al cimitero, e subito si trova una stradella che sale, indicata per il Brunone. Dopo pochi metri si entra in una strada scavata dalle ruspe, che normalmente è una fabbrica di fango. Superato il tratto immondo, si inizia a salire più tranquillamente, fino alla stalla Gromo (962m). Qui la strada finisce ed inizia un sentiero, che segue il torrente Fiume Nero, stando sulla sinistra (dx orog). Si supera la bella valle Secca, sulla sinistra, e si giunge ad un  ponticello che porta sul lato destro (sin orog). Dopo il ponte, il sentiero si innalza, ed entra in una stretta della valle stando alto sul torrente, e percorrendola con un lungo penepiano (absit iniuria..). Questo tratto è pericoloso con gelo, perchè il sentiero è molto bagnato, e si ricopre spesso di ghiaccio spesso (portare ramponcelli). Alla fine del tratto, si apre sulla sinistra la grande conca del Campo, dominata dal Diavolo. Fatti i debiti scongiuri, si prosegue, scavalcando il torrente su di un bel ponticello, ed iniziando a salire frontalmente le pendici del monte, lasciandosi a dx la valle dell’Aser. Salita dura, ma fruttuosa (??). Dopo qualche centinaio di metri, sui incontra una condotta dell’ENEL, proveniente da sn, su cui corre un sentiero, che non conosco (viene dalla valle del Salto). Si continua, fino a raggiungere il sentiero delle Orobie, oltre i 2000m, e qui si piega a destra, risalendo un pendio più dolce, fino al rifugio. Io vi sono stato solo di novembre, con rifugio chiuso, ma il locale era accessibile, malgrado cartelli vari con minacce e lusinghe. Dietro il rifugio Baroni, svetta il pizzo Brunone (2720), che gli dà parte del nome.

4) gli stambecchi di Fiumenero. Dopo i camosci del Tremoncelli, stavolta volevo vedere qualche stambecco. Salito, trascinandomi la gamba dolente (avrei fatto meno fatica  a mettermela nello zaino…), fino alla grande conca del Campo, erano lì ad aspettarmi, prima una femmina, poi due maschioni isolati, di vedetta, poi tutto il comitato di ricevimento in pompa magna. Poco dopo, un cagnaccio di passaggio li consigliava  a ritirarsi più in lato, cosa che facevano di gran fretta. Bellissima la valle, bello ed impegnativo il sentiero, talora a picco sul baratro, e stupenda la grande conca, con il coronamento del pizzo dell’Omo, del Diavolo e del Diavolino di Tenda e del pizzo Poris, già tutti ammantati di neve.